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Attualità mercoledì 11 novembre 2020 ore 10:01

Il Covid genera un "esercito" di nuovi poveri

Il 35% di chi chiede aiuto è italiano, sposato, è in affitto, ha figli minori, tra i 40-49 anni, è disoccupato o inoccupato. Il rapporto Caritas 2019



AREZZO — Dal nuovo rapporto sulle povertà nell'aretino, realizzato dalla Caritas, emerge un quadro chiaro della situazione e di quanto il Covid abbia determinato uno stato delle cose, ancor più, emergenziale.

In occasione della prossima Giornata mondiale dei poveri, indetta da Papa Francesco e alla sua quarta edizione, l’Osservatorio diocesano ha voluto diffondere quanto rilevato e analizzato nel corso del 2019. Sono state addirittura 2007 le famiglie o persone registrate nei servizi e nei centri della Caritas diocesana e di quelle parrocchiali, con il 35,3% di italiani che rimane abbondantemente la nazionalità più presente.

Anche quest’anno il Rapporto “Turbati” è ricco di dati, di analisi e di considerazioni. Conferma come la famiglia sia la principale condizione di convivenza registrata con il 63,5% delle presenze e come indirettamente siano stati aiutati ben 1415 figli minori.

Parallelamente all’analisi di quanto emerso nel 2019, ci siamo trovati quest’anno ad affrontare un incremento esponenziale di richieste di aiuto dovute alla pandemia -  spiega il Direttore della Caritas Diocesana Don Giuliano Francioli. - Oltre all’emergenza sanitaria ci preoccupa fortemente l’emergenza sociale, della quale forse ancora non se ne percepisce bene la portata. Negli ultimi mesi abbiamo registrato segnali preoccupati prevalentemente per la famiglia, il minorenne e le persone di giovane età, la disabilità e le persone svantaggiate a rischio di esclusione sociale. Verso queste realtà la Caritas diocesana sta pensando di mettere in piedi per il 2021 dei progetti specifici”.

Ed ecco nel dettaglio quanto emerso.

Come anticipato, sono state 2.007 le persone e famiglie registrate presso i servizi dell'associazione.

Le prime 5 nazionalità rilevate sono: Italia 35,3%; Marocco 13,9%; Romania con l’10,8%; Albania 8,1%; Nigeria 6,7%. In costante diminuzione, come rilevato negli ultimi anni, la nazionalità rumena; lo stesso per l’incidenza dei connazionali ( -0.8% )

La distinzione per fasce d’età è la seguente: 40-49 con il 25,7%; 30-39 con il 23,1%; 50-59 con il 21,1%; 20-29 con il 12,8%. Le fasce appartenenti a 60+ rappresentano il 16,8%. Il restante 0,5% è rappresentato da giovani sotto i 20 anni.

Distinzione di genere: femmine 52,8% e maschi 47,2%.

Distinzione per stato civile: coniugato 49,1%; celibe/nubile 27,9%; divorziato/separato 17,5%; vedovo/a 5,0%; non dichiarato 0,5%.

Le principali condizioni abitative registrate: abitazione in affitto 57,1%; edilizia popolare 9,2%; senza alloggio 6,7%; abitazione propria 6,7%; abitazione amici/familiari 6,5%; casa accoglienza/dormitorio 5%. Il rimanente 8,8% rappresenta altre tipologie di abitazione (datore di lavoro, baracca, auto, camper, tenda…).

La distinzione per tipologie di convivenza è: nucleo familiare63,5%; solo/a 18,7%; nucleo non familiare 10,4%; casa accoglienza 2,4%; altro 1,4%; non dichiarato 3,6%.

Il 37,7% ha dichiarato di avere figli minori a carico, per un totale di 1.415 minori sostenuti indirettamente.

I principali titoli di studio dichiarati: licenza media inferiore 43,6%; licenza media superiore/diploma professionale 24,2%; licenza elementare 16,4%; nessun titolo 3,7%; laurea 3,3%; il restante 8,8 % delle persone non ha dichiarato il proprio titolo di studio.

Il 56,4% degli utenti ha detto di essere disoccupato/inoccupato, il 25,8% occupato, il 7,1% pensionato; il rimanente 10,7% ha dichiarato altre condizioni occupazionali (inabile totale o parziale, invalido, non autorizzato al lavoro…).

Le problematiche rilevate nel corso del 2019 sono state 1.055, con una media di 1,9 per ogni registrazione. E sono così suddivise: povertà/problemi economici con il 47.9%; problemi di occupazione/lavoro con il 18,5%; problemi familiari 11,6%; problemi di salute 5,0%; problematiche abitative con il 5,2%; bisogni in migrazione 2,0%; dipendenze 1,9%; problemi di istruzione 1,9%; detenzione/giustizia 1,6%; handicap/disabilità 0,2%; altri problemi 4,2%.

Il Centro di Ascolto diocesano ha registrato 546 persone o famiglie (46,0% italiani e 54,0% stranieri). Il Front Office ha avuto 9.212 contatti visivi e telefonici.

Quindi, il Progetto SIF (Sistema Inclusione Famiglie) ha garantito il servizio latte e pannolini a 144 famiglie e 146 bambini (1.727 confezioni di pannolini e 186 di latte in polvere); il sostegno al reddito a 75 famiglie (107 interventi per 15.477,55 euro) e quello alimentare per 54 persone e nuclei, corrispondente a 4.500 euro in buoni spesa.

Al servizio docce ne sono state effettuate 72. 437 le visite effettuate all'ambulatorio medico per 124 persone nominali, 84% stranieri.

Buoni spesa erogati sono stati 208 buoni per un totale di 4.830 euro.

Alle mense sono state registrate 193 persone con 1.046 buoni diurni e 908 buoni serali, per 20.044 pasti erogati complessivamente.

In merito agli alimenti 10.476,72 chili di prodotti caldi o freschi ritirati; 10.814 chilogrammi di alimenti a lunga conservazione dalle collette alimentari; 1.644,9 di alimenti caricati in magazzino da altre fonti (principalmente Colletta del Banco Alimentare con il 67,7%).

A Casa San Vincenzo sono state 40 persone, 12 persone o nuclei familiari a Casa santa Luisa. Al Dormitorio di San Domenico 103 persone con regolare pass dal 18 novembre 2019 – 17 maggio 2020

Cinquantatrè i profughi accolti di cui 11 nuovi inserimenti lo scorso anno.

Il  Prestito sociale nella zona di Arezzo ha visto 249 finanziamenti approvati per 377.020 euro erogati, con un importo medio per singolo prestito di 1.514 euro. Nella zona Casentino sono stati invece 128 i finanziamenti andati a buon fine per 216.100 euro con importo medio per prestito di 1.688 euro.

La raccolta dati è stata realizzata da 29 Caritas parrocchiali e 8 servizi.

“L’immagine di copertina del nuovo Rapporto evoca un insieme di sentimenti contrastanti che dimorano in noi e nella povera gente - conclude Don Giuliano. - Da molti anni la nostra Caritas studia e analizza i tanti fenomeni di povertà presenti nel territorio e non ci consola annotare quanto sia ancora alto il numero di coloro che trovano delle risposte o degli ascolti presso i nostri servizi”.


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