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Elezioni 2020 venerdì 17 luglio 2020 ore 23:27

Il Partito Comunista e l'alleanza sociale

Marco Rizzo, Alberto Facchinetti e Salvatore Catello

Il Segretario generale Marco Rizzo ad Arezzo. Parte la campagna elettorale di Facchinetti per la poltrona di sindaco e di Catello per la Regione



AREZZO — Il Partito Comunista ci riprova. Anche questa tornata vedrà il simbolo con la Falce e Martello tra le schede elettorali di Arezzo. Nel 2015 il candidato fu Ennio Gori che raggiunse 1,5% dei consensi.

Questa volta l'aspirante sindaco è Alessandro Massimo Facchinetti, dipendente Telecom e segretario comunale del Partito Comunista.

La presentazione ufficiale è avvenuta presso il circola Aurora, in piazza Sant'Agostino, alla presenza del leader nazionale Marco Rizzo.

La sala del circolo era gremita e tra i "vecchi" nostalgici spiccavano anche molti giovani. Questa è una delle note più rilevanti. Ragazzi che, un po' da tutta la provincia, si avvicinano alla politica e ad un partito dal passato importante che nel corso degli anni si è sgretolato per poi risorgere tra mille rivoli, nomi e scuole di pensiero.

"Siamo la novità della politica - afferma Marco Rizzo - vogliamo tornare alle radici, ai valori del Partito Comunista, criticando aspramente le facce di questa medaglia che ci hanno  propinato. E' necessario un cambio di sistema per arrivare ad una società che non si basi più sul profitto ma sulla solidarietà e sulla forza del lavoro".
Ed è proprio questo il tema cardine. Secondo il segretario generale del Pc oggi ci sono le condizioni affinché tutti possano avere un impiego. "Basta concentrare questa risorsa in mano a pochi che diventano sempre più potenti, il lavoro è e deve essere un bene di tutti. In autunno, purtroppo, ci saranno milioni di disoccupati e il governo non fa niente. E' forte con i deboli e debole con i forti". 

Idee chiare anche per il candidato alla Regione Toscana Salvatore Catello. "Lavoro, sanità, questi i punti focali da cui partire per poi arrivare a temi importanti come l'ambiente. Siamo convinti di poter tornare in Consiglio regionale perché questa crisi che ci attanaglia può aprire gli occhi ad una politica che negli ultimi anni è stata nemica dei lavoratori".

Gli esponenti comunisti precisano che  non si alleeranno con nessun partito politico ma soltanto con i lavoratori, con la gente che vuole cambiare il sistema.

"Vogliamo riportatore la Politica, con la P maiuscola al centro di tutto, compreso l'amministrazione cittadina - afferma il candidato sindaco Facchinetti. I nostri candidati sono tutti lavoratori dipendenti, studenti, cittadini normali. La priorità per Arezzo è il lavoro. Come Partito Comunista proponiamo la reinternalizzazione delle partecipate del Comune al fine di garantire un'assunzione stabile e dignitosa. In caso di appalti controlleremo tutti i contratti di lavoro interni a queste aziende per combattere il precariato, lo sfruttamento. Ci schiereremo a favore dei commercianti, artigiani, piccoli imprenditori che onorano correttamente i loro impegni e lo faremo anche per impedire l'ampliamento dei centri commerciali ad appannaggio di catene o di pochi privilegiati. Faremo di tutto affinché vengano riaperti quei negozi che oggi sono chiusi a causa della profonda crisi e li sosterremo abolendo tasse e oneri comunali. 

Poi Facchinetti tocca il tema sanità e ribadisce che deve restare un servizio pubblico. "Non si può lucrare sulla salute delle persone".

Sui rifiuti, invece, il candidato sindaco del Partito Comunista si dichiara fermamente contrario all'ampliamento, privilegiando invece la raccolta porta a porta che "crea nuovi posti di lavoro, un notevole risparmio per l'amministrazione cittadina e benessere per la popolazione".

Infine gli esponenti Comunisti si lanciano all'attacco del Pd. "Ha illuso e poi svenduto i lavoratori facendo solo gli interessi della grandi banche e della finanza. Con le leggi sulle privatizzazioni e Jobs Act ha ridotto in condizioni drammatiche il popolo".

Come detto la conferenza si è tenuta nella sala del circolo Aurora, che è ubicata proprio sotto la sede storica del Pd. Comunisti e democratici divisi da un solaio ma distanti anni luce. Meno male che le mura non hanno orecchie. O forse sì.


Andrea Duranti
© Riproduzione riservata


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