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Attualità venerdì 03 giugno 2016 ore 12:00

Immigrati: "A Rigutino situazione intollerabile"

Il consigliere Roberto Bardelli chiede più buon senso. E dichiara: "Ci sono Comuni della provincia che non fanno la loro parte"



AREZZO — "Sembra che in pochi se ne siano accorti, ma gli ultimi arrivi di immigrati nel territorio aretino stanno creando seri problemi e possono avere delle ripercussioni in futuro veramente gravi, sia da un punto di vista sociale che umanitario. Arezzo ha già fatto tanto per gli stranieri che sbarcano sulle nostre coste in cerca di un Eldorado che non c'è più. Siamo ben oltre la quota che era stata stabilita tempo fa, ma le autorità competenti continuano a trasferire profughi nel nostro comune scaricando il problema sulle istituzioni locali, che poi devono gestire la situazione trovandosi, a propria insaputa, altri stranieri nel territorio da un giorno all’altro. E dovendo subire una politica nazionale di accoglienza che non si fa carico di gestire il futuro di queste persone che, nel 90% dei casi e oltre, non risultano avere i requisiti dello status di profughi o rifugiati politici. Occorre quindi prevedere opportune modalità di rimpatrio, altrimenti il rischio è che gli stranieri finiscano in circuiti irregolari.

E' a tutti chiaro che qui la situazione si sta complicando: ci sono Comuni della provincia che non fanno la loro parte e che attualmente ospitano un numero di stranieri inferiore a quelli a loro spettanti o non ne ospitano addirittura nessuno. Questo fatto è intollerabile, occorre assolutamente una ripartizione delle presenze. Contemporaneamente si notano segnali di insofferenza e di disagio per situazioni che si stanno creando in modo particolare a Rigutino, per quella sorta di hub che è diventato il Palace Hotel, dove è chiaro che una massiccia presenza di persone che nulla fanno e che non hanno prospettive a breve, crea i presupposti perché finiscano nelle maglie della criminalità. Penso che sia il momento di rivedere, con una certa celerità, l'attuale modello di organizzazione e di smettere di portare ad Arezzo ancora altri stranieri. Qui ci giochiamo il futuro del territorio".


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