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Attualità martedì 01 dicembre 2015 ore 09:00

La Lebole raccontata negli scatti di “Washout”

Una delle aziende più importanti della storia economica aretina rivive nella mostra "Washout", realizzata dal fotografo Alessandro Barbagli



AREZZO — Ospitata dalla Galleria Spazio Imago, la mostra sarà visitabile ad ingresso gratuito il 5, il 6 e l’8 Dicembre. "Washout", nome simbolico per indicare la fine di questo colosso cittadino, si sviluppa attraverso tre distinte sezioni che raccontano fedelmente quello che oggi rimane della Lebole attraverso scatti realizzati in bianco e nero: l'esterno della fabbrica, i luoghi di lavoro interni e i dettagli dei singoli ambienti. Dai magazzini agli uffici, ad emergere è un senso di tristezza e di abbandono che caratterizza oggi l'industria e che è particolarmente forte nel confronto creato dalla parallela esposizione di alcune immagine dell'archivio storico del Fotoclub Chimera che mostrano i fasti passati della struttura e delle sue lavoratrici, le cosiddette Leboline.

«"Washout" non racconta solo una fabbrica - spiega Barbagli - ma un pezzo di storia di Arezzo e delle sue famiglie, perché la Lebole era il fulcro della nostra economia e ha permesso lo sviluppo della nostra città. Mia madre era una Lebolina dunque sono cresciuto con i suoi racconti e con il mito di questa fabbrica: in questa mostra ho utilizzato la fotografia come strumento per indagare e scoprire cosa ne fosse rimasto, arrivando così ad allestire un percorso malinconico ed emozionante da presentare all'intera cittadinanza».

Socio di Imago dal 2006, Barbagli negli ultimi anni è stato tra i più attivi protagonisti di questa associazione occupandosi dell'organizzazione di corsi di fotografia, eventi e workshop.

A coronamento di questa annata ricca di soddisfazioni è dunque arrivata l'organizzazione di "Washout", un'esposizione personale caratterizzata da un forte taglio espressivo ed artistico che si pone anche un più alto fine benefico. L'intero ricavato della mostra, frutto delle offerte spontanee dei visitatori, sarà infatti donato a L'Arcobaleno della Speranza, una onlus impegnata nella lotta a leucemia, linfoma e melanoma.


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