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Attualità mercoledì 16 maggio 2018 ore 18:28

Prete aretino da Papa Bergoglio e poi da Ratzinger

Don Vezio è stato ricevuto in udienza privata e distinta dal Papa in carica, Francesco I e dal precedente, Benedetto XVI



AREZZO — Il correttore spirituale della Misericordia di Arezzo, don Vezio Soldani, e il governatore della stessa, Antonio Bilotta, che l’ha accompagnato, sono stati ricevuti pochi giorni fa presso la Domus di Santa Marta, in Vaticano, in udienza privata e distinta da Papa Francesco e da Papa Benedetto.

Il primo incontro è stato quello con Papa Benedetto lunedì 7 maggio pomeriggio, mentre l’indomani mattina martedì 8, alle 7, a Santa Marta dov’erano rimasti ospiti, è stata concelebrata la Santa Messa insieme al Santo Padre Papa Francesco che, subito dopo la funzione religiosa, s’è intrattenuto in incontro privato con Don Vezio e il Governatore.

Al termine dell’incontro il Santo Padre ha dato disposizioni affinché i due ospiti fossero accompagnati presso “l’Osservatore Romano” per essere intervistati da un giornalista del quotidiano che così s’è occupato dell’evento dalle sue colonne: ne è nato infatti un bell’articolo pubblicato il 9 maggio con il significativo titolo di “Il parroco felice”.

Un omaggio davvero speciale alle novanta primavere di Don Vezio, pianificato dal Capo della Gendarmeria Vaticana nonché tutt’ora Presidente del collegio dei Probiviri della Misericordia di Arezzo, Dott. Domenico Giani, da sempre tra i protagonisti della nostra Associazione e ancor oggi a noi costantemente vicino, nonostante i gravosi impegni cui il delicatissimo ruolo ricoperto in Vaticano lo espone.

Ed è in effetti lo stesso Don Vezio a lasciar supporre il perché di quell’attribuzione di “parroco felice”, già quando commenta a caldo il duplice incontro dicendo che «Non c’è stato modo migliore per ringraziare il Signore che, a novant’anni, mi continua a dare tante grazie, soprattutto quella di essere sempre contento e non lamentarmi mai»

Una lunga strada di vita e di sacerdozio, quella percorsa da Don Vezio, che nasce a Rendola, in Valdarno (Montevarchi), il 22 marzo 1928 mentre il suo servizio ecclesiastico inizia a Castiglion Fiorentino nel 1951. Successivamente è riassumibile in: sedici anni di permanenza a Poppi, dove s’è occupato anche di assistenza spirituale ai carcerati; parroco della Badia ad Arezzo (chiesa delle SS Flora e Lucilla) dal 1980; ricoprendo contestualmente il ruolo di assistente spirituale della Misericordia (“correttore”, nel codice dell’Ente) e di cappellano d’ospedale presso la clinica San Giuseppe di Arezzo.

Un servizio esemplare, iniziato con determinazione fin da quando la vocazione lo ha visto lasciare la famiglia all’età di appena undici anni per entrare in seminario ad Arezzo. Un servizio che ancor oggi porta avanti «…sempre con il sorriso perché – come lui stesso ama ribadire esplicitamente – da sessantasette anni io sono un parroco felice.»

E quale miglior modo di concludere questo articolo di Buon Compleanno a lui se non quello di riportare un estratto delle sue parole di racconto che da sole suonano indicative sia dell’evento sia del personaggio: «Ho celebrato con Papa Francesco a ottant’anni precisi dal giorno in cui ho ricevuto la prima comunione e, lunedì sera, ho abbracciato Papa Benedetto con cui condivido un anniversario particolare: siamo stati ordinati sacerdoti il 29 giugno 1951, lui in Baviera e io a Arezzo.»


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