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Attualità giovedì 24 marzo 2016 ore 11:00

Quattro nuove banche, Fisac Cgil chiede chiarezza

Il coordinamento nazionale del sindacato interviene sulla questione che riguarda anche BancaEtruria in riferimento alla data della vendita



AREZZO — "Urgono chiarezza e trasparenza sulle responsabilità delle crisi irreversibili delle quattro vecchie banche, di chi ha concorso all’amministrazione e alla gestione, di chi ha tratto anche vantaggi indiretti da quel groviglio armonioso che le ha portato alla crisi". Non usa mezzi termini la Fisac Cgil che tuona riferendosi alla notizia battuta ieri da diverse agenzie di stampa che rilanciavano una fonte del Tesoro che faceva sapere che "la vendita delle quattro nuove Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti, deve avvenire entro la fine di aprile, secondo gli impegni dell'accordo che l'Italia ha preso con la Commissione europea lo scorso novembre ma - avrebbe detto una fonte del Tesoro -, l'Italia sta negoziando una proroga a settembre “.

Da lì, denuncia Fisac in un comunicato, si sarebbe verificato un susseguirsi di articoli e interventi che hanno creato non poca tensione, visto che, d'altra parte si citava anche la lettera della Commissione europea che autorizzava il decreto sulle quattro banche con una deadline precisa, oltre la quale gli istituti potrebbero solo recuperare i crediti.

Ore di preoccupazione per i lavoratori, sostengono da Fisac, che invece "da mesi sono sotto pressione per consolidare le 4 Nuove Banche e la fiducia della clientela - in vista della cessione delle stesse sul mercato - si è atteso prima che una fonte del Tesoro facesse sapere che no, non c’è problema, l’Italia sta negoziando una proroga a settembre.

Il sindacato non ci sta. "Nello stesso giorno in cui con l’ennesima fiducia viene approvato l’ennesimo decreto-banche (anatocismo e agevolazioni fiscali annessi), i cittadini devono apprendere da un articolo di stampa aspetti non secondari della controversa vicenda delle banche in risoluzione e delle condizioni negoziate con l’Europa. Mentre i detentori di obbligazioni subordinate (10559 risparmiatori per un controvalore di 329,2 milioni di euro) attendono di conoscere i contenuti dei decreti del Governo, alla Camera si pone la fiducia sul cosiddetto decreto-banche ma si tace sugli altri decreti, salvo che dovrebbe essere rispettata la scadenza del 31 marzo".


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