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Attualità martedì 02 maggio 2017 ore 10:00

Telemedicina: un nuovo progetto al San Donato

Un ponte sicuro tra l’ospedale e il domicilio di chi è costretto a vivere con un ventilatore meccanico a casa



AREZZO — Una borsa di studio finanziata dal Calcit per un valore di 54.000 euro per realizzare un progetto di telemedicina che coinvolge i pazienti con patologie respiratorie croniche gravi, dimessi dal reparto di Pneumologia e UTIP in ventilazione meccanica invasiva e non invasiva.

Il progetto ha già preso il via e rappresenta una novità importante per il territorio aretino: si tratta della possibilità di essere “teleassistiti” dall’ospedale in seguito alle dimissioni, in modo tale da garantire una continuità e un “ponte” sicuro tra l’equipe pneumologia ospedaliera e casa.

In pratica il paziente ha una linea telefonica dedicata che gli permette, in qualsiasi momento della giornata, di avere un consulto immediato e, nel caso, di attivare le figure competenti. Il progetto prevede la presenza di un infermiere della Pneumologia e UTIP, chiamato Case Manager, che si prende in carico i pazienti “pneumologici” cronicamente critici dalla preparazione alla dimissione fino alla tele-assistenza dall’ospedale a domicilio. Inoltre, il paziente dimesso ha a disposizione un modem di connessione per la trasmissione di dati sulla ventilazione e sulla saturazione e un pulsossimetro.

“Il nostro Case Manager, Sabrina Torchi, insieme all’equipe della Pneumologia e dell’Utip - spiega il direttore Raffaele Scala – gestisce e coordina tutte le operazioni necessarie a garantire una dimissione sicura. In pratica, superata la fase di acuzie, il Case Manager supporta il personale della Pneumologia e UTIP all’adattamento del paziente al ventilatore, si occupa di attivare l’Agenzia di continuità territoriale e di garantire la presenza degli ausili e dei presidi richiesti già in fase di pre – dimissione, contatta il medico di famiglia e addestra la persona che, al domicilio, si prenderà cura del paziente. Si tratta di un progetto importante, che può comportare sia benefici per i pazienti, che possono stare a casa in sicurezza, sia benefici economici, perché si possono evitare inutili accessi al pronto soccorso per esempio”.

In effetti i primi risultati del progetto sono incoraggianti: l’attivazione del Case Manager ha già evitato il ritorno in ospedale di numerosi casi dimessi dalla Pneumologia e UTIP di Arezzo.

Il progetto, validato e appoggiato dalla Fondazione Cesalpino, durerà tre anni ed è associato ad un progetto di ricerca scientifica che vuole dimostrare come questo modello di assistenza dall’ospedale al territorio comporti dei vantaggi sia per il cittadino che per l’azienda sanitaria.


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