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Cronaca venerdì 11 luglio 2014 ore 10:00

Chimet: assolto il patron dall’accusa di disastro ambientale

L’indagine era iniziata nel 2008 con un blitz della Forestale aretina allo stabilimento su segnalazione di un comitato locale



AREZZO — L’imprenditore aretino Sergio Squarcialupi, patron della Chimet, azienda di Badia al Pino (Arezzo) che tratta rifiuti speciali e scarti di lavorazione di metalli, è stato assolto dal tribunale di Arezzo dall’accusa di disastro ambientale (nella forma attenuata del rischio che l’evento si verificasse) e condannato a 4 mesi, convertiti in una multa da 34mila euro, per illegittima miscelazione di rifiuti e a un’ammenda da 3.000 euro per omessa comunicazione di inquinamento relativamente ad alcuni terreni prospicienti lo stabilimento. 

Per ulteriori 9 capi di imputazione è scattata la prescrizione (tra questi quello relativo alla vendita del grano inquinato), per altri 10, legati sempre a norme sullo smaltimento dei rifiuti, l’assoluzione. 

Il tribunale ha assolto poi Cristina Squarcialupi, figlia del patron, che doveva rispondere di falso, il dirigente della Provincia di Arezzo Patrizio Lucci, accusato di abuso di ufficio per avere concesso le autorizzazioni in deroga all’incenerimento dei rifiuti in mancanza della via, dell’ex sindaco di Civitella in Valdichiana Massimiliano Dindalini, a cui era stato contestato l’omissione di atti di ufficio per non avere ordinato la chiusura dello stabilimento per lo sforamento dei valori di diossine nel 2006, due funzionari dell’Arpat di Arezzo, Claudio Bondi e Carlo Bartoli, accusati di omissione di atti d’ufficio per aver ritardato la comunicazione dello sforamento delle diossine e il proprietario di un terreno vicino alla Chimet, Aldo Ricci, sospettato di aver dato ricovero a rifiuti tossici. Per Sergio Squarcialupi difeso da Roberto Alboni, il pm Roberto Rossi aveva chiesto 6 anni e 8 mesi in totale.

L’indagine era iniziata nel 2008 con un blitz della Forestale aretina allo stabilimento su segnalazione di un comitato locale per presunti casi di inquinamento e relativo ritardo nella comunicazione degli stessi. Indagini e processo si sono basati su prelievi di campioni di terreno e grano, cresciuto nella parte prospiciente lo stabilimento e su tutta una serie di sopralluoghi.


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