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Info Aziende lunedì 30 maggio 2016 ore 11:21

Pubblicità in buoni acquisto, da oggi è possibile

Mediabarter, azienda con sedi a Brescia e Verona, offre nuove opportunità per investire in pubblicità le proprie giacenze ed i propri servizi.



. — Noto anche come cambio merce pubblicitario, il barter sta acquisendo sempre più rilevanza, con una crescita elevata delle aziende interessate a questo settore e dei suoi operatori, che oggi hanno la possibilità di sfruttare le potenzialità della rete.

In cosa consiste il barter? La formula è semplice quanto efficace: il cliente anziché pagare la propria pubblicità tramite un'uscita finanziaria, utilizza mezzi e servizi che ha già in azienda, quindi senza la necessità di ricorrere al capitale. Ecco perché il barter sta svolgendo un ruolo estremamente significativo nelle strategie di marketing ed anche in quelle di distribuzione di ogni tipo di azienda, dalle società familiari alle multinazionali. A differenza di ciò che si potrebbe pensare, infatti, le imprese che utilizzano il cambio merce pubblicitario non sono soltanto quelle piccole e sotto capitalizzate: anche le grandi aziende hanno giacenze in stock, prodotti dormienti o che non hanno funzionato.

“La forma del barter rappresenta oggi il 10% del budget totale delle aziende nostrane – spiega Alessandro Tagliagambe di Mediabarter – con numeri crescenti e nuove metodologie che rendono l'antica pratica del baratto sempre più moderna ed innovativa. Nel mondo della pubblicità, il cambio merci in Italia è presente fin dai primi anni '80, ma solo negli ultimi anni si sta affermando come forma primaria di investimento, anziché alternativa. Difatti, il calo dei consumi e la stretta sul credito operata dalle banche sta facendo aprire gli occhi a chi non si era accorto di quanto possa essere importante pianificare una strategia pubblicitaria che comprenda anche, se non soprattutto, investimenti in baratto”.

Quali sono i vantaggi del barter? “Il cambio merci pubblicitario è una pratica vantaggiosa – continua Tagliagambe – che innesca, tra chi offre il prodotto e chi lo pubblicizza, processi innovativi e trasparenti, aiuta le aziende ad incrementare i propri budget ed estende la distribuzione del marchio su nuovi canali. Il primo vantaggio è senza dubbio finanziario: nessun flusso di cassa, risparmio di risorse e l'alleggerimento a bilancio delle giacenze. Poi ci sono i vantaggi amministrativi ed economici, grazie ad una gestione semplificata dell'investimento, il risparmio sui costi delle giacenze, l'aumento delle vendite e la possibilità di mantenere alta la produzione, con benefici anche sul totale dei prezzi di acquisto delle materie prime e delle merci. E non dimentichiamoci della possibilità di allargare la rete clientelare, che comporta la conoscenza di nuovi fornitori, e l'opportunità di allacciare rapporti di collaborazione con altre aziende inserite nello stesso meccanismo”.

Grazie al barter ogni azienda può usufruire del mercato pubblicitario pagando in beni e servizi. Dai prodotti deperibili a quelli invenduti alle scorte in eccesso, tutto viene trasformato in pubblicità. Ma per le aziende come alberghi e franchising che offrono solo servizi, c'è un'altra possibilità? “Per tutte le aziende con punti vendita o che offrono servizi abbiamo studiato un modello di barter evoluto – spiega Tagliagambe – che permette di investire in pubblicità i buoni acquisto. In questo caso i lati positivi dell'operazione si moltiplicano, perché ai classici vantaggi del barter si sommano le vendite incrementali garantite dai flussi indotti di clientela, ed un risparmio economico pari al margine di contribuzione medio applicato alle proprie referenze”.

Ed ora anche la possibilità di sfruttare i crediti insoluti. “La crisi ha caricato i bilanci delle aziende di insolvenze con danni che si possono ripercuotere anche nel lungo periodo. Attraverso un'analisi del credito che effettuiamo con aziende partner specializzate, noi proponiamo un'offerta di acquisto dei crediti in servizi pubblicitari, trasformando una perdita in un servizio essenziale all'azienda. In Italia siamo gli unici ad offrire il barter tramite buoni spesa, insoluti e, volendo, anche cespiti immobiliari”.

Ci sono punti deboli in questa operazione? “Nessuno, se non il fatto che rischiamo di essere percepiti dal cliente come dei semplici 'svuota magazzini'. In realtà ciò che ci distingue dalla concorrenza è il fatto di essere un'agenzia vera e propria, con una struttura aziendale in grado di supportare la pianificazione di qualsiasi campagna adv, dalla PMI interessata ad avere una visibilità locale o regionale, alla grande azienda nazionale. Con noi il cambio merce è un mezzo alternativo al denaro, non il fine. In qualità di agenzia pubblicitaria il nostro obiettivo è nel fornire al cliente la miglior campagna pubblicitaria possibile”.

Terminiamo con uno sguardo al futuro: come cresce un'agenzia di barter pubblicitario? “Abbiamo un modello innovativo – conclude Tagliagambe di Mediabarter – che aiuta in maniera molto pragmatica qualsiasi tipo di azienda e che è basata su un'organizzazione aziendale meritocratica. Nei prossimi mesi supporteremo la crescita con l'ampliamento dell'organico, in particolare nell'area commerciale. Non esiste nessun grande progetto senza grandi persone, e noi stiamo cercando professionisti di talento con i quali lavorare insieme e che sappiano dare qualità e valore aggiunto al mondo pubblicitario e a quello del barter”.


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