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Attualità venerdì 05 febbraio 2016 ore 11:15

Rischio chiusura per scienze infermieristiche

segretario provinciale del Nursind Claudio Cullurà

Claudio Cullurà, segretario provinciale del Nursind interviene sull’abbandono da parte del territorio e delle Istituzione del corso di laurea



SAN GIOVANNI VALDARNO — “Dopo oltre 10 anni di eccellenza, centinaia di studenti accolti dal territorio del Valdarno e decine da tutta Europa, Università e Istituzioni lasciano morire il Corso di Laurea in Scienze infermieristiche di San Giovanni, uno dei pochi in Italia a garantire la piena occupazione dei laureati” – dice Cullurà.

Dal 2004 al 2014 a San Giovanni Valdarno si sono laureati 241 giovani di cui 239 sono attualmente occupati come infermieri e due sono impiegati in un altro mestiere: nessuno è disoccupato. La maggior parte ha un contratto a tempo indeterminato, 134 in strutture pubbliche e 11 nel privato, quasi il 90% ha trovato un impiego sul territorio regionale, mentre 8 lavorano all’estero”.

“Se non bastassero questi numeri – sottolinea Claudio Cullurà – a testimoniare il livello di preparazione dei laureati di San Giovanni V.no, è sufficiente ricordare che per trovare lavoro nelle strutture pubbliche hanno dovuto superare concorsi partecipati da migliaia di persone, riuscendo sempre a posizionarsi tra i primi 200 in graduatoria. Dallo scorso dicembre, infatti, la sede è stata trasferita all’Ospedale, con una sola persona dedicata, un singolo ufficio e nemmeno un’aula dove gli ultimi iscritti possano concludere gli studi fino alla sessione di laurea di aprile. Adesso gli studenti del Valdarno aretino sono costretti ad andare a Prato, Empoli e Borgo San Lorenzo per studiare e fare pratica”.

“Inoltre quando l’Ospedale ha avuto la necessità di assumere personale interinale - anche in settori delicati come 118 e Sala Operatoria - abbiamo potuti inserire i giovani laureati direttamente, perché li conoscevamo e conoscevamo le loro competenze per quei settori specifici, abbreviando così i tempi di inserimento. Questo non potrà più accadere. Tutto ciò nell’indifferenza di Asl 8 e amministrazioni locali – conclude Cullurà – che si sono lasciati scippare un’importante risorsa per il territorio”.


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