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Arezzo non abbandona l'Ucraina: aiuti e ospitalità

Arrivato in Polonia il secondo camion di beni necessari raccolti dalla Caritas. L'accoglienza tra ricongiungimenti, Cas e strutture alberghiere

Un cordone di solidarietà che non accenna a recidersi, anzi si rinforza giorno dopo giorno. E' quello che si è instaurato tra Arezzo e l'Ucraina. Un legame fatto di aiuti che partono in continuazione alla volta delle zone di confine, ma anche di apertura all'ospitalità dei profughi.

Nelle ultime ore è arrivato in Polonia anche il secondo camion carico di beni necessari raccolti dalle Caritas della Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro. Viaggi che proseguono da tutte le associazioni di volontariato, che stanno portando avanti raccolte di alimenti non deperibili, prodotti per l'igiene personale e per le medicazioni come anche per bambini. 

Sull'altro fronte è iniziata l'accoglienza di chi scappa dalla guerra sul territorio. Nei Cas - centri di accoglienza - e si sono già fatti avanti i primi tre hotel cittadini per ospitare i profughi dall'Ucraina. Si tratta del Minerva, Etrusco e Continentale. A questi si stanno rapidamente aggiungendo altre strutture ricettive. Inoltre, numerosi anche i ricongiungimenti con parenti o amici che già vivevano nell'Aretino.

Continui gli incontri tra la Prefettura, i Comuni, il terzo settore, la Asl, l'ufficio scolastico provinciale per far sentire come "a casa" chi scappa dal conflitto. In prevalenza, come ben sappiamo, si tratta di donne e bambini.