L’attività della Polizia di Stato nel corso dell’ultimo fine settimana non si è limitata solo alla capillare attività di controllo del territorio relativo in particolare alle zone del centro città, anche per vigilare sulla movida giovanile.
Gli equipaggi delle volanti hanno arrestato un cittadino pakistano in quanto autore di una rapina ai danni di un’anziana signora in centro città. L’esiguo valore di quello che sarebbe stato il bottino senza l’intervento tempestivo degli agenti, ovvero un portafoglio con all’interno una banconota di 5 euro, è sicuramente impareggiabile rispetto a ciò che ha provato la malcapitata che si è vista strattonare per un braccio mentre stava tranquillamente passeggiando.
Gli operatori dell’Ufficio Immigrazione della Questura hanno effettuato l’ennesimo accompagnamento di un altro cittadino nigeriano, con precedenti condanne per spaccio di droga, presso il CPR di Potenza, in quanto il soggetto, irregolare, non aveva più titolo per permanere in Italia.
Da segnalare che anche nella passata settimana il Questore di Arezzo ha adottato numerosi provvedimenti amministrativi di propria competenza, quali avvisi orali e ammonimenti, richiamando così formalmente i destinatari a tenere comportamenti improntati alla legalità, così come alcuni fogli di via, ovvero intimazioni di lasciare e non far più ritorno nel territorio di alcuni comuni della provincia diversi da quelli ove i relativi destinatari hanno la residenza, a causa di reati commessi.
Merita segnalare il caso del foglio di via per la durata di due anni dal comune di Castel Focognano adottato nei confronti di un italiano recentemente condannato per truffa. Nello specifico, i fatti risalgono al maggio 2025, quando il soggetto, poi arrestato dai Carabinieri di Subbiano, si è reso responsabile dell’odioso reato nei confronti di un’anziana signora residente nel comune casentinese. Spacciandosi come Carabiniere rappresentava falsamente che la figlia fosse rimasta coinvolta come responsabile di un grave incidente stradale, facendo sentire alla stessa vittima, sempre telefonicamente, la voce di una donna che piangeva. In questo modo, l’anziana veniva tratta in inganno e veniva indotta a consegnare la somma di 240 euro e alcuni oggetti preziosi consistenti in una collana, una spilla, due ciondoli ed una piastrina, allo scopo di evitare conseguenze giudiziarie pregiudizievoli per la figlia.