Cronaca

Una vita spezzata a 41 anni sulla via del lavoro

Dolore per la scomparsa di Linda Cecconi. Il terribile schianto tira fuori tutta la rabbia per la pericolosità della Sr 71

Linda Cecconi, 41 anni, come ogni mattina stava andando al lavoro dopo essere uscita da casa dove viveva con il figlio di 11 anni e il marito, infermiere professionale del 118. Ma, ieri mattina, in ufficio non ci è mai arrivata. Lo schianto con un tir, che ha visto coinvolte anche altre due auto, non le ha lasciato scampo. E' morta sul colpo.

Era partita da Capolona e stava raggiungendo Arezzo per entrare in servizio allo Sportello Unico del Comune. La strada che stava percorrendo, come tutti quelli che arrivano dal Casentino, è la Regionale 71. Un'arteria che conta tanti, troppi incidenti. Molti mortali. Solo qualche settimana fa, a Vitiano, ha perso la vita una 22enne, Federica Canneti. Sempre in un incidente, sempre sulla Sr71, seppur sul tratto della Valdichiana.

A 24 ore dall'accaduto regnano dolore, incredulità e rabbia. Linda era molto conosciuta. Per anni aveva gestito la Cartoleria di viale Giotto. Poi era entrata in Comune, prima a Cortona, poi ad Arezzo. Una giovane donna solare, sempre disponibile per tutti. Innamorata della sua famiglia. Il padre, Mauro, era stato per anni comandante della polizia municipale di Capolona. Il paese è sconvolto, come lo è anche Subbiano. Stamani è arrivata una nota anche dalla RSU del Comune di Arezzo "ci stringiamo attorno al dolore di tutte le persone che l'hanno conosciuta e stimata. Profondamente commossi, ci uniamo al dolore dei familiari con un grande e accorato abbraccio, nel ricordo della persona speciale che è venuta a mancare".

E sui social è montato lo sdegno per un'arteria così importante diventata sinonimo, purtroppo, di strage. Non è il momento di puntare il dito, le colpe e le indagini esulano da questo contesto, ma che ci sia qualcosa da risolvere in questa strada, tra le più trafficate della provincia e sicuramente quella più pericolosa, è evidente a tutti. Si è costituito anche un Comitato per sensibilizzare sulla sicurezza e coinvolgere tutte le istituzioni ad intervenire. Sicuramente non è più il caso di aspettare. Si tratta di vite spezzate, non di numeri.