Attualità

Covid, assenza dal lavoro e certificato

Il medico di famiglia può esentare il paziente dall'attività professionale per motivi di sanità pubblica oltre che per malattia

La Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale della Regione Toscana ribadisce il diritto del cittadino ad ottenere idoneo certificato di astensione dal lavoro quando necessario e senza dover “peregrinare” da un medico ad un altro

Questo soprattuto in funzione dei casi che si sono verificati ultimamente in merito alle conseguenze della pandemia. La diatriba è nata per quei casi che, una volta finito il periodo massimo di quarantena che è di 21 giorni, non risultano ancora negativi e non possono usufruire dello smart working. In tal caso, la FIMMG sottolinea che quiesti devono essere considerati malati anche ai fini Inps.

I cittadini hanno diritto al certificato di astensione dal lavoro non solo per malattia ma anche per motivi di sanità pubblica.

I Medici di medicina generale ricordano che la normativa vigente ed il Codice deontologico prevedono che il medico che rilascia il certificato è solo quello che ha visitato/valutato il paziente e si ritiene pertanto che tutti i laureati in Medicina e Chirurgia iscritti all’Ordine compresi i medici dell’Igiene Pubblica ed i medici competenti siano tenuti al rilascio del certificato, mentre è violazione deontologica trasferire ad altro medico il compito di certificare per situazioni che non ha valutato per primo.

Relativamente poi alla riammissione al lavoro dei soggetti asintomatici dopo i 21 giorni di isolamento ma con tampone molecolare ancora positivo, per mettere queste persone in smart working laddove possibile, i medici denunciano una disparità di trattamento tra le persone che possono lavorare in smart working e che quindi sono considerate “guarite” e persone ugualmente ancora positive, ma che non potendo lavorare in smart working sono da considerare ancora malate e pertanto necessitanti di certificato di malattia.