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"Chiudere tutte le attività non essenziali"

Fiom, Fim e Uilm ribadiscono la richiesta alle aziende metalmeccaniche e orafe. I sindacati invitano il Prefetto a chiarire chi deve restare aperto

Tutela della salute dei lavoratori e chiarezza sulle tipologie di aziende che devono restare aperte. I sindacati Fiom, Fim e Uilm chiedono alle aziende del settore metalmeccanico e orafo ed affini, che non svolgono attività strettamente essenziali e strategiche, di predisporre tutte le azioni necessarie per la chiusura immediata dell'attività lavorativa in applicazione del decreto governativo in atto.

I segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm (Alessandro Tracchi, Ilaria Paoletti e Davide Materazzi) chiedono anche "l'attivazione della specifica cassa integrazione introdotta dal Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020 oppure dal FSBA per le aziende artigiane".

"Nel caso in cui le aziende non predispongano la fermata, invitiamo i lavoratori a mettersi unilateralmente in ferie o permesso. Ad ulteriore salvaguardia - ribadiscono i sindacati - già da ieri abbiamo indetto lo sciopero, a copertura di tutte le ore o giornate che non potranno essere coperte da strumenti di legge quali cassa integrazione, FSBA, ecc., o strumenti contrattuali quali ferie o permessi, per fronteggiare il malessere e le paure generate dalla pandemia tra i lavoratori del nostro settore, indipendentemente dalle misure di sicurezza messe in campo dalle aziende del territorio".

Tracchi, Paoletti e Materazzi hanno anche chiesto al Prefetto "di definire e dichiarare quali sono nello specifico le attività che si ritengono strettamente necessarie e strategiche nella provincia di Arezzo. Infine, per quelle aziende che saranno ritenute necessarie e strategiche chiediamo agli enti competenti di verificare l’applicazione del DPCM del 11 marzo e del protocollo del 14 marzo riguardo le disposizioni minime per garantire le condizioni di salute e sicurezza negli ambienti di lavoro".