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Chiusure anticipate, Confesercenti boccia il Dpcm

Il direttore Checcaglini ritiene non necessarie le restrizioni imposte a bar e ristoranti e sollecita maggiori controlli sulla "movida"

Il nuovo Dpcm in materia di contrasto al contagio non soddisfa, anzi. Tra le tante perplessità c'è anche quella legata alle disposizioni che interessano bar e ristoranti.

Questi locali pubblici, infatti, dovranno chiudere alle 24 e già dalle 21 sarà vietato consumare in piedi.

“Confesercenti Arezzo giudica la chiusura anticipata dei pubblici esercizi - commenta Mario Checcaglini direttore di Confesercenti Arezzo- una misura non necessaria. Le regole di distanziamento, sia all’interno che all’esterno di bar e ristoranti permettono ai titolari di garantire un servizio sicuro alla propria clientela. I titolari delle attività fino ad oggi hanno dimostrato tra l’altro di svolgere con professionalità il loro lavoro e di prestare particolare attenzione alle regole di distanziamento sociale per contenere la diffusione del Covid. Misure che tendono a individuarli come responsabili della diffusione del coronavirus sono sbagliate perché colpiscono un’intera categoria già in difficoltà. Sono invece necessari controlli più diffusi e più attenti negli spazi pubblici dove si assembrano persone, spesso giovani, senza alcun controllo da parte delle autorità, magari consumando superalcolici come è dimostrato dai fatti di cronaca segnalati alla Cadorna il weekend appena concluso”.