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E' il giorno della Madonna del Conforto

La pandemia mette i "paletti" alla festa, tra igienizzante e termoscanner. Accessi in fila "indiana". Bassetti e Parolin alla Messa della mattina

Nonostante la pandemia, nonostante le difficoltà, la crisi economica e sociale, per Arezzo quella di oggi è una data importante. E' il giorno della Madonna del Conforto, seppure anche questa festa debba fare i conti con il Covid.

Le celebrazioni sono "organizzate" e non "blindate" come ha voluto sottolineare l'arcivescovo Riccardo Fontana, in occasione della presentazione della ricorrenza per quest'anno. 
Sono stati predisposti almeno cinque i punti di controllo in tutte le strade di accesso alla Cattedrale. Lo scopo principale è quello di far defluire la gente ed evitare gli assembramenti.

L'ingresso al Duomo è consentito solo dal Prato, seguendo appositi percorsi. Mentre, la Santa Messa della 10,30 è presieduta dal Cardinale Parolin, Segretario di Stato del Papa e vede la presenza anche del Cardinale Gualtiero Bassetti. A tal proposito l'Arcivescovo Fontana ha ricordato, più volte, come il presidente della Cei, durante la malattia, gli abbia chiesto di pregare per lui la Madonna del Conforto. Non dimentichiamo che Bassetti è stato vescovo di Arezzo per dieci anni ed è particolarmente devoto alla sacra immagine in terracotta.

Il numero massimo di fedeli ammessi contemporaneamente in Duomo è di 300. Due i gruppi in cui sono stati suddivisi. Uno formato da 250 persone per seguire la funzione, mentre in 50 possono recarsi nella Cappella della Madonna del Conforto. Rispetto agli anni precedenti la fila è "indiana", quindi con una persona dietro l'altra. E' prevista anche la consueta Benedizione ma senza Acqua Santa, che non è ammessa.

La durata di ogni Messa è di massimo 40 minuti, con ingressi e uscite diversificati e ben segnalati. Prima di entrare in Cattedrale tutti i fedeli devono igienizzarsi le mani e passare sotto uno scanner per il controllo della temperatura.

L'auspicio è che la Madonna del Conforto possa intercedere anche stavolta, come fece tre secoli fa interrompendo il flagello del terremoto, per mettere fine alla pandemia, che è diventata un vero e proprio supplizio, e troppe vittime e sofferenza ha già causato. Ultima nota: essendo la Toscana in zona arancione non possono recarsi in Duomo pellegrini e devoti dalle altre zone della provincia.