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Carenza di manodopera, campagne aretine in allarme

Lavori a rischio: i nullaosta per l'ingresso dei lavoratori stranieri non sono stati ancora rilasciati. Lo zampino di pandemia e guerra russo-ucraina

Nuovo allarme dalle campagne aretine. I lavori rischiano di fermarsi per carenza di manodopera. Il 17 marzo è scaduto il termine previsto per inoltrare le domande di ingresso dei lavoratori extracomunitari secondo l’ormai usuale procedura online legata al Decreto Flussi. A inizio maggio però i nulla osta di ingresso non sono stati ancora rilasciati.

Il ritardato arrivo della manodopera da impiegare nelle lavorazioni agricole crea grande preoccupazione tra gli imprenditori del territorio, già costretti a combattere con altre gravi problematiche: dal caro carburanti, ai prezzi esorbitanti di concimi e mangimi, all’invasione dei selvatici che azzerano produzioni e raccolti. Motivazioni che di recente li hanno spinti a scendere in piazza, insieme ai colleghi del centro Italia, nella grande manifestazione di protesta che si è tenuta di recente a Venturina Terme, nel comune di Campiglia Marittima.

A tutto questo adesso si aggiunge la difficoltà di reperire la manodopera necessaria per la conduzione delle aziende.

“Sono mille in questo periodo le necessità delle imprese agricole che, da anni, impiegano con reciproca soddisfazione manodopera proveniente da oltreconfine: lavoratori comunitari ed extracomunitari disponibili a svolgere attività nelle aziende del territorio – spiega il direttore di Cia Agricoltori Italiani - Arezzo Massimiliano Dindalini -. La complessità dei meccanismi, unita agli strascichi della pandemia e ai primi effetti della guerra russo-ucraina, ha rallentato le procedure di ingresso. Il ritardo rischia di compromettere gravemente l’attività e i risultati di un’annata già di per sé difficile. Sollecitiamo i rappresentanti delle istituzioni ad adoperarsi, secondo le loro competenze, per accelerare l’iter in modo da rendere disponibile in tempi rapidi la manodopera richiesta dalle imprese, che hanno presentato regolare domanda attraverso le organizzazioni agricole”.