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Etruria, la Procura richiede il rinvio a giudizio

Il procuratore Roberto Rossi ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio per 21 indagati per bancarotta fraudolenta. Un dirigente esce di scena

Con la richiesta di rinvio a giudizio ci avviciniamo all'ultima parte, forse la più delicata, dell'inchiesta sul crac di banca Etruria.

La notizia è giunta nella tarda serata di ieri su richiesta del procuratore della Repubblica Roberto Rossi, secondo la quale viene richiesto il rinvio a giudizio per 21 dei 22 indagati per bancarotta fraudolenta.

Secondo la richiesta per 11 dei 21 indagati, la posizione si semplifica notevolmente. Le accuse, infatti, si sono derubricate in bancarotta colposa. Il procedimento segna anche l'uscita di scena dell’ex dirigente Sergio Bertani dall'inchiesta, al quale non è stato richiesto il rinvio a giudizio.

Ma c'è di più. Per i restanti 10 indagati, invece, l’accusa rimane la più grave: bancarotta dolosa o fraudolenta. A doversi difendere saranno gli ex presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi, l’ex direttore generale Luca Bronchi, gli ex vicepresidenti Giovanni Inghirami e Giorgio Natalino Guerrini e i due membri del cda Augusto Federici e Alberto Rigotti nonché i dirigenti Federico Baiocchi, Paolo Luigi Fumi e Piero Burzi.

Ricordiamo che questa prima tranche, del corposo filone sulle presunte distrazioni patrimoniali, riguarda 180 milioni di euro di crediti concessi e mai rientrati.

Ancora da fissare la data dell’udienza preliminare davanti al Gup.