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“Icastica non deve essere lasciata morire”

I Popolari per Arezzo si schierano con chi ritiene un errore interrompere un evento artistico che ha dotato la città di un nuovo senso estetico

Sono fermi i Popolari per Arezzo nel dire che non è la cosa giusta interrompere un evento artistico ben avviato: “Fermo restando la necessità di un'analisi da parte dell'amministrazione dei costi e delle opportunità di questa kermesse, avviando magari un contenimento in termini economici, la proposta è di rinnovare Icastica preservandone quegli aspetti che potrebbero avere reali ricadute positive sulla città. Un esempio è fornito dall'eredità lasciata nel centro storico dal percorso "I Street" con i suoi murales che, realizzati da artisti noti e apprezzati sulla scena internazionale, hanno rivalorizzato alcuni spazi in degrado, come piazza del Popolo, trasformando semplici muri in vere e proprie opere d'arte in grado di aprire nuovi itinerari turistici”.

I Popolari per Arezzo chiedono dunque all'amministrazione di non abbandonare questo percorso di arricchimento urbano, ma di ampliarlo con l'obiettivo di ridisegnare in modo permanente anche altre zone cittadine che necessitano di una riqualificazione artistica e sociale: “Inoltre Icastica potrebbe essere ampliata verso la valorizzazione di giovani artisti locali ancora in erba o verso nuove espressioni artistiche quali la fotografia, andando ad inserirsi in un calendario di eventi volti a promuovere e a far conoscere Arezzo nel pieno della sua identità culturale”.

“In questo senso – continuano - i seicento anni dalla nascita di Piero della Francesca hanno rappresentato un'ulteriore occasione persa per il Comune di Arezzo che, per il 2016, avrebbe avuto la possibilità di strutturare un innovativo e ricco programma capace di intrecciare l'arte contemporanea di Icastica alla pittura rinascimentale di questo artista e di tutti gli artisti a lui contemporanei. A questa carenza di proposte culturali si aggiunge la difficoltà nel rendere efficienti e pienamente fruibili le ricchezze aretine, configurando un'ulteriore lacuna nel potenziale turistico della città".

“L'esempio più eclatante è fornito dal Museo d'Arte Medievale e Moderna che accusa una carenza di personale ed altre problematiche che ne limitano l'apertura a pochissime ore del giorno e che impediscono di valorizzare opere e autori importanti come Vasari, Bartolomeo della Gatta e Signorelli” – concludono.