Attualità

Il lockdown apparente, c'è ma non si vede

Lunedì pressoché normale. Gente in giro e traffico in centro. Da "red zone" a "dress zone". Ristorazione e abbigliamento per adulti penalizzati

Primo giorno lavorativo di lockdown e poco cambia. Il governo ha messo la Toscana in zona rossa, termini che solo pronunciandoli mettono agitazione ma allo stato dei fatti poco è cambiato rispetto alla tavolozza dei colori.

Vediamo nel dettaglio come si presenta Arezzo in questo lunedì di metà novembre.

Traffico in centro, di certo diminuito anche per il fatto che le Superiori e le seconde e terze medie stanno a casa, gente comunque in giro e negozi chiusi di mattina. Sì perché le norme impongono la "serrata" di tutte le attività non indispensabili, così recita il decreto, che a guardar bene si contano sulle dita di una mano.

Nel dettaglio i commercianti penalizzati, oltre a tutti quelli che operano nel food, sono quelli del comparto dell'abbigliamento per adulti e le estetiste. I negozi per bambini sono aperti, quelli di elettronica-elettrodomestici pure, anche l'intimo è essenziale, così come ottici, cartolibrerie, illuminazione, profumerie, articoli per la casa, concessionarie auto-moto e relativi magazzini di pezzi di ricambio, giardinaggio, ecc. Oltre ovviamente a alimentari, farmacie e parafarmacie, sanitari, lavanderie, parrucchiere, barbieri, tabacchi, edicole.

Insomma, si fa prima a dire chi è chiuso ovvero estetisti, gioiellieri, abbigliamento e scarpe per adulti, arredamento e design.

Insomma un lockdown apparente che sembra avere più lo scopo dell'"intimidazione" psicologica che conseguenze concrete.

Inoltre, anche ad Arezzo i negozi di scarpe e abbigliamento si sono organizzati con vendite on line e consegne a  domicilio. Se la passano peggio di tutti i professionisti della cura del corpo, non possono di certo fare trattamenti a casa e si limitano, in alcuni casi, alla vendita di prodotti sempre attraverso internet, ma questo non rappresenta di certo il grosso del loro lavoro.

Restano chiuse anche palestre, piscine, teatri e musei. 

Al mercato, infine, solo banchi di alimentari, cosmetici. abbigliamento e calzature per i più piccoli e igiene casa e corpo.