Ha preso il via ufficialmente "Una Rondine vola sul Trentino", iniziativa promossa da Rondine Cittadella della Pace con il contributo del Fondo delle Casse Rurali Trentine e in collaborazione con le Sezioni Rondine del Liceo scientifico Da Vinci e del Liceo linguistico Scholl di Trento. L’aula magna del Liceo Da Vinci ha ospitato l’avvio ufficiale del nuovo progetto, che si propone di rafforzare il legame tra la comunità trentina e il Metodo Rondine, attraverso percorsi educativi rivolti alle scuole e al mondo della cooperazione. Il Metodo, riconosciuto a livello internazionale, promuove relazioni di fiducia, responsabilità e coesione sociale, con il supporto di percorsi esperienziali e di alta formazione promossi da Rondine Academy.
Alla presenza delle istituzioni e dei partner del progetto, l’evento è stata un’occasione per presentare alla cittadinanza il valore educativo, sociale e civile di questa nuova alleanza. “A scuola si formano le coscienze, si coltivano capacità di ascolto e confronto – ha detto Francesca Gerosa, assessora all’Istruzione, Cultura e Sport della Provincia autonoma di Trento, aprendo l’incontro – e questo progetto ha svolto un lavoro importante nel coltivare la cultura del dialogo, della non violenza, della valorizzazione delle diversità. Ci tengo a ringraziare le scuole, gli insegnanti, ma soprattutto i ragazzi e le loro famiglie che hanno scelto questo percorso, esempio di innovazione educativo in cui crediamo”.
In particolare, in Trentino il metodo è stato adottato in alcune classi del Liceo scientifico Da Vinci e del Liceo linguistico Scholl, dove è stata creata la Sezione Rondine, un percorso sperimentale che integra la didattica con l’esperienza rigenerativa di un metodo capace di trasformare i conflitti in occasioni di crescita e di condivisione. La loro esperienza è stata introdotta da Viviana Sbardella, dirigente scolastica del Liceo Da Vinci, e da Chiara Motter, dirigente scolastica del Liceo Scholl.
Dopo i saluti istituzionali e degli enti scolastici coinvolti, ha preso la parola Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine, che ha illustrato la visione e i valori del progetto. “Siamo tutti portatori sani di nemico, – ha spiegato Vaccari ai e alle giovani presenti – tutti viviamo il rischio che le nostre relazioni si ammalino, il rischio di diventare violenti, di escludere gli altri. E questo è l’inizio del dell’idea del nemico, che può sfociare in guerra. È quindi fondamentale imparare a riconoscere quel tarlo insidioso, acquisire la consapevolezza del conflitto come elemento costante della nostra vita, che però possiamo imparare a riconoscere, affrontare, gestire”.
“Oggi abbiamo avuto l’opportunità di vedere come tutto questo sia possibile, come il seme posto dal progetto Rondine abbia già iniziato a dare frutto nelle nostre scuole – ha aggiunto Silvio Mucchi, presidente del Fondo delle Casse Rurali Trentine – e per questo abbiamo scelto di metterci al fianco delle realtà che credono in questo progetto per contribuire a farlo crescere anche in Trentino”.
A portare testimonianza concreta di trasformazione sono intervenuti alcuni docenti, studenti e studentesse delle classi aderenti alla sperimentazione Sezione Rondine, e Serena De Paola, ex studentessa del programma Quarto Anno Rondine. Infine, è intervenuta Arianna Giuliani, dell'Area Formazione e Cultura Cooperativa della Federazione Trentina della Cooperazione, che ha condiviso la visione educativa del progetto evidenziando l’importanza di educare le giovani generazioni al confronto e alla collaborazione, approccio che caratterizza anche le attività di educazione cooperativa proposte nelle scuole trentine.
Tra il pubblico anche numerosi esponenti del mondo cooperativo e delle imprese, come Habitech, che proprio con Rondine ha istituito recentemente una borsa di studio in memoria di Gianni Lazzari, a supporto di un giovane della World House di Rondine.
Il progetto
“Una Rondine vola sul Trentino: giovani, cooperazione e impatto sociale per le comunità trentine” nasce per rispondere alle sfide che la provincia autonoma di Trento affronta oggi: lo sviluppo umano e professionale delle nuove generazioni, soprattutto in contesti periferici, e la necessità di creare reti e progettualità capaci di incidere in maniera duratura sul tessuto sociale ed economico del territorio.
L’obiettivo complessivo del progetto è promuovere una cultura di cooperazione, sostenibilità e sviluppo sociale, formando una nuova generazione di cittadini e professionisti capaci di affrontare i conflitti come opportunità di trasformazione e crescita per le proprie comunità.
Il percorso di “Una Rondine vola sul Trentino” troverà sponda anche in Toscana, in occasione di YouTopic Fest, il festival internazionale promosso da Rondine e dedicato alla trasformazione creativa dei conflitti. Dal 6 all’8 giugno 2025, a Rondine Cittadella della Pace, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Trentino sarà protagonista nel dialogo nazionale e internazionale sulla cultura della pace.
Le principali attività del progetto – Il progetto si articola in una pluralità di azioni orientate alla promozione della pace e della cooperazione, con il coinvolgimento attivo dei giovani come filo conduttore.
Educazione alla pace e trasformazione del conflitto nelle scuole – Incontri formativi, testimonianze e laboratori esperienziali nelle scuole trentine, per stimolare consapevolezza e responsabilità nei giovani.
Partnership con il sistema cooperativo trentino – In collaborazione con il Fondo Comune delle Casse Rurali Trentine e la Federazione Trentina della Cooperazione, il progetto offre anche un percorso di formazione esperienziale per il personale (in particolare giovani), promuovendo leadership cooperativa e strumenti di trasformazione dei conflitti applicabili anche nel contesto professionale.
Monitoraggio e valutazione d’impatto – Un team multidisciplinare accompagnerà il progetto con un’attenta analisi qualitativa e quantitativa degli effetti educativi e sociali, per valutarne l’efficacia, migliorarne lo sviluppo e favorirne la replicabilità in altri contesti.
Un progetto, questo, che immagina una società di pace concreta, dove il cambiamento è possibile e parte dalla persona. Perché non esiste conflitto che non possa essere trasformato, se si impara a guardare l’altro con occhi nuovi.