Politica

Il Pd si schiera dalla parte dei caregiver

Il partito democratico presenterà nel Consiglio di domani un atto di indirizzo per chiedere all'amministrazione maggiore attenzione

Uno sportello socio sanitario per i caregiver. Lo chiederà il gruppo Pd all'Amministrazione Ghinelli domani, in occasione del Consiglio comunale, con un atto d'indirizzo che sollecita anche il monitoraggio della situazione aretina e concrete iniziative di sostegno.

"Secondo i dati Censis - ricordano i consiglieri Mattesini, Vaccari e Agnolucci - sono oltre 7 milioni i caregiver in Italia. Sono in prevalenza donne: assistono un familiare che a causa di malattia, infermità, disabilità, anche croniche e degenerative, non è autosufficiente".

Ad Arezzo si calcola che siano circa 1.700 le persone che svolgono questa funzione in quanto familiari. "Persone - aggiungono - che hanno diritto ad essere sostenute a partire dai diritti all'informazione, alla formazione finalizzata al modo corretto con cui prendersi cura della persona assistita, ma anche alla sostituzione temporanea al fine di poter evitare l’isolamento e ridurre i rischi dello stress, nonché il poter mantenere il proprio lavoro".

Quindi, il gruppo PD chiederà all'assise cittadina uno specifico impegno dell’Amministrazione che, in accordo con la Asl Tse, preveda una serie di azioni. Ecco le principali: un monitoraggio per avere il quadro conoscitivo esatto di quanti siano i caregiver; l'attivazione di uno “sportello unico socio-sanitario” in accordo con Asl, Inps, Inail e tutti i soggetti istituzionali e sociali interessati, a cui il caregiver possa rivolgersi per l’accesso alla rete dei servizi ed attività; informazioni sulle problematiche di cui soffre la persona assistita, sui bisogno e le cure necessarie, sugli obiettivi conseguibili, su quali siano tutti i soggetti della rete a cui rivolgersi; la garanzia non solo di un supporto psicologico a anche economico, attraverso specifici voucher per la sostituzione temporanea, per un tempo libero di sollievo, per l’effettuazione delle attività necessarie all’organizzazione della vita familiare e del mantenimento della rete relazionale, o per supporto assistenziale nel caso di emergenza come malattia o il ricovero ospedaliero del caregiver. Infine, il riconoscimento delle competenze acquisite, anche in riferimento agli standard professionali di alcune conoscenze e capacità riferite a figure professionali dell’area socio-sanitaria.