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La "brutta abitudine" della sosta selvaggia

Le auto parcheggiate ovunque, in doppia fila come sui marciapiedi, tormentano ogni zona della città. E la Polizia Municipale non "fa pari"

La Polizia Municipale controlla palmo a palmo la città. Ad ogni ora, oltre a dover gestire ulteriori compiti aggiuntivi legati alle misure anti contagio, la battaglia quotidiana è per far rispettare le regole della strada e soprattutto contrastare il brutto e pericoloso fenomeno della sosta selvaggia.

Sì, perché gli aretini hanno la pessima abitudine di parcheggiare un pò dove capita. La città è dotata anche in centro di ampi e comodi parcheggi. Pensiamo all'Eden, al Mecenate, alla Cadorna, al Pietri (collegato tra l'altro alle scale mobili) e ancora il Baldaccio. Oltre agli spazi per la sosta collocati praticamente ovunque.

Certo, molti sono a pagamento ma questo non giustifica l'abbandonare i veicoli dove fa più comodo, anche perché a pensarci bene la spesa per il parcheggio è veramente irrisoria rispetto al costo di una multa.

Ma questo atteggiamento non coinvolge solo il centro. Anche nelle strade più periferiche è una vera e propria giungla (riportiamo le immagini di via Veneto e via Romana). Con auto e motorini lasciati sui marciapiedi, ad ingombrare le strisce, in doppia fila, sulle piste ciclabili. Creando pericolo sia per chi è alla guida di altri mezzi, ma soprattutto per chi su quelle strade ci transita a piedi o in bicicletta.

Che sia pigrizia? Che sia fretta? Che sia voglia irrefrenabile di comodità? Qualunque sia il motivo, nulla può rendere accettabile tale comportamento, che per di più non accenna a diminuire. Nonostante multe e divieti ben visibili. Magari la Municipale ogni volta che stacca una sanzione dovrebbe tenere anche una lezione di educazione civica. Ma davvero dobbiamo arrivare a tanto? Apprezziamo piuttosto la possibilità di vivere in una città ancora a dimensione umana e con parcheggi e servizi a portata di mano.