La decisione è slittata per il trasferimento del giudice relatore.
Il nodo da sciogliere è se per il sacerdote accusato di aver ucciso Guerrina Piscaglia e averne fatto sparire il corpo è adeguata la misura degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, dal primo febbraio si trova in convento a Roma, o se, come chiede il sostituto procuratore Marco Dioni, il religioso assistito dagli avvocati Zacheo e Angeletti, debba invece tornare in carcere.