Attualità

Uno "spettacolo" di protesta davanti al Comune

Manifestazione composta, civile, educata. Niente slogan o striscioni. Artisti e sportivi rappresentano il disagio dei lavoratori penalizzati dal Dpcm

Farsi sentire senza urlare. Questo scopo è stato raggiunto dai lavoratori del mondo dello spettacolo e dello sport che questa mattina si sono radunati in piazza del Comune ad Arezzo per manifestare tutto il loro disagio e sofferenza nei confronti del nuovo Dcpm.

La pandemia avanza e il governo vara norme che penalizzano, tra i tanti,  anche un comparto che fa della salute e del benessere una ragione di esistere. Sì, perché palestre, gruppi portivi, associazioni culturali e teatrali sono ambienti per definizione sani. Qui si allena il corpo e la mente per stare meglio e gli unici contagi ammessi sono quelli della passione e del sapere.

Vedere assembramenti al cinema o al teatro è alquanto difficile, così come chi va in piscina o palestra cura igiene e benessere fisico.

Inoltre, dopo i mesi cupi del lockdown, a questi locali sono stati imposti adeguamenti tali per scongiurare ogni rischio di contatto e pertanto di contagio.

Tutti lavori che sono costati, ai vari imprenditori, investimenti importanti solo in parte rimborsati dallo Stato che, anche stavolta, si è "irrigidito" verso sport e spettacolo che, al pari dei commercianti, sono tra i settori più penalizzati nel nuovo Dpcm.

Queste le ragioni dei manifestanti che questa mattina hanno espresso il loro disagio con una manifestazione sobria ed "elegante". Uno spettacolo messo in scena da una cinquantina di persone che, nel pieno rispetto delle norme sanitarie, hanno rappresentato e coreografato le sofferenze e il disagio di tutti i lavoratori impiegati nel comparto che, ancora una volta, vedono il loro futuro come un'incognita.