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Mandò, "Così ho lottato contro il virus"

Il responsabile del 118, contagiato dal 13 marzo racconta la sua battaglia al Covid. "E' una malattia che colpisce il fisico e la mente"

Ospite di Ghinelli, nella consueta conferenza stampa pomeridiana, Massimo Mandò, responsabile del 118 provinciale.

Contagiato lo scorso 13 marzo, il medico valdarnese è ancora in convalescenza ed è in attesa dell'esito del secondo tampone per poter tornare in "prima linea".

Massimo Mandò racconta i giorni della malattia "E' una bruttissima esperienza. Sembrava che un tir mi passasse continuamente addosso. Febbre alta che non scende, dolori allucinanti alle gambe, ai muscoli, a tutto il corpo. Non riuscivo a dormire, nemmeno di notte".

Il responsabile del 188 ringrazia i "suoi ragazzi" che, instancabilmente, continuano a portare assistenza in ogni angolo della provincia e ricorda come in certi momenti non era in grado neppure di comunicare con loro.

"Questa malattia - dichiara Mandò - fiacca nel fisico e nella mente. Ci sono stati giorni che non riuscivo neppure a parlare. Quella sensazione di non poter respirare è qualcosa di sconvolgente".

Per fortuna il peggio è passato e Massimo Mandò, ancora in isolamento domiciliare, ha già eseguito i due tamponi necessari a stabilire la definitiva guarigione del paziente. Il primo è stato negativo ed entro lunedì dovrebbe conoscere l'esito del secondo.

"L'emergenza sanitaria non è ancora finita. Raccomando a tutti di stare in casa, usare la mascherina, lavarsi le mani spesso e rispettare le regole. Credetemi, prendere questa malattia è una cosa bruttissima, qualcosa da non augurare neppure al peggior nemico" - conclude Mandò.