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"Il Covid non si combatte solo con le chiusure"

Dura presa di posizione del segretario della Ugl Arezzo. Per Turcheria servono un potenziamento della sanità e il rispetto del diritto al lavoro

"Arezzo, apocalisse economica". A dirlo il segretario dell'Ugl aretina, Marco Turcheria, che commenta la situazione congiunturale della provincia. "Era già in forte crisi e la decisione di lasciare la Toscana ancora una settimana in zona arancione favorirà il trend negativo in maniera sostanziale. Una grande fetta dell'economia provinciale è basata sul turismo e sulla ristorazione, settori che, a causa dell'emergenza sanitaria in corso, erano già stati abbondantemente colpiti. Per i tanti negozianti presenti però c'era una piccola speranza di salvare un anno maledetto con le festività natalizie, cosa che adesso sarà molto difficile che avvenga date le restrizioni che tutti i cittadini, residenti e non, dovranno rispettare".

Quindi, continua Turcheria: "come se non bastasse il giorno dopo in cui dovremmo tornare zona gialla, entreranno in vigore le regole speciali previste per le festività natalizie, costringendo così Arezzo ad affrontare due mesi consecutivi di restrizioni.
C'è un forte rischio di superare un'ipotetica linea di non ritorno che provocherebbe ulteriori e definitive chiusure, con la conseguente perdita di lavoro e il successivo abbandono delle grandi aziende che si vedranno costrette a migrare verso altri territori mettendo a rischio l'intero tessuto sociale del nostro territorio".

Per il segretario Ugl devono essere fatte scelte diverse, rispetto a quelle intraprese fino ad ora, per far fronte dalla pandemia: "non si può pensare di combattere un virus solo rinchiudendo le persone. Vanno fatti investimenti mirati nella sanità, nella ricerca e sviluppo, con programmi ben precisi e strutturati, ma soprattutto va data la possibilità alle persone di mantenere uno dei diritti fondamentali che dà dignità all'uomo, il lavoro.
Non è pensabile affidarsi solo sugli aiuti statali che, quando termineranno, lasceranno un vuoto incolmabile e una povertà su larga scala".