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Piero Stocchi al vertice nazionale dei Pastai

Nominato, per la seconda volta all'unanimità, presidente del comparto di Confartigianato. "Vorrei che i giovani portassero avanti la tradizione"

Piero Stocchi riconfermato, per il secondo mandato, presidente nazionale di Confartigianato Pastai

Insieme alla moglie Lina, è titolare de La Rustica. Con questa nomina bis fa così di Arezzo e della sua tradizione di pasta artigianale una capitale italiana della pasta fresca.

Stocchi, attivo dal 1983 continua la tradizione con tutti i crismi del sapere artigiano e porta avanti un'attività che è oggi riconosciuta non solo dall'apprezzamento dei clienti e dei colleghi, che lo hanno riconfermato nel prestigioso incarico, ma sia lui che la moglie sono anche ufficialmente Maestri Pastai iscritti all'albo della Camera di Commercio e la loro azienda è da diversi anni Bottega Scuola, ovvero agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana, nella quale sono affluiti allievi da tutta Italia e da diversi Paesi del mondo.

“Non posso negare – commenta Stocchi – che questa rielezione per il secondo mandato, avvenuta all'unanimità, mi ha fatto molto piacere. Sarà questo l'incarico con il quale chiuderò in bellezza una carriera di oltre 30 anni in Confartigianato”.

Ma intanto l'entusiasmo di Stocchi sembra quello del primo giorno. I pilastri del suo mandato sono due, rivolti ai consumatori e ai colleghi: informazione e formazione.

Per Stocchi si tratta dunque di continuare una battaglia iniziata e portata avanti con impegno nel mandato precedente. “Vogliamo esaltare il prodotto – conferma – di oltre 4mila aziende familiari che in Italia producono la vera pasta artigianale e per farlo vogliamo che in etichetta sia spiegato, appunto, che si tratta di pasta fresca artigianale e non di pasta fresca pastorizzata. Questo sarebbe un contributo importante affinché i consumatori possano fare scelte consapevoli e riconoscere la pubblicità ingannevole.”

L'altro cardine del suo impegno è quello della formazione. “Vorrei che i giovani portassero avanti questa tradizione – conclude – perché è un modo per esaltare il made in Italy.”