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Protesta ristoratori, c’è anche chi dice no

LaPieve si mette fuori dal coro e critica la posizione di altri locali che invece hanno deciso di aprire per una sera contro le restrizioni

Il Ristorante la Pieve nei periodi di apertura serale

La protesta dei ristoranti è in programma per domani. Alcuni hanno deciso di tenere aperto la sera, nonostante il decreto del Governo che vieta il servizio al tavolo dopo le 18. “Per la sopravvivenza nostra e dei nostri dipendenti” hanno più volte ribadito. “I ristori non bastano, le risposte non arrivano” e da qui il guanto di sfida alle limitazioni.

Ma ad Arezzo non tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda. Anzi, il ristorante LaPieve, che si affaccia nella parte alta del Corso, ha assunto una posizione di netta contrarietà. E l’ha espressa pubblicamente, con un lungo post social.

“Vogliamo dedicare qualche riga per spiegare il nostro punto di vista sulle tante, troppe parole che si sentono negli ultimi giorni. Il ristorante LaPieve e il suo staff non aderirà a nessun tipo di facinorosa ed eclatante protesta di apertura serale” spiegano i titolari senza peli sulla lingua.

E spiegano ampiamente il perché di questa decisione: “le nostre motivazioni sono anzitutto volte alla salvaguardia della nostra salute e quella di tutti i nostri clienti che, come immaginiamo conoscendoli, non correrebbero mai il rischio di incappare in sanzioni o peggio essere colpiti da questo terribile virus per andare fuori a cena”.

Il messaggio scritto sui social termina poi con una considerazione a più ad ampio raggio: “viviamo un momento di grande, grandissima difficoltà, le spese sono tante, le entrate poche ma crediamo sia opportuno non gettare altra benzina sul fuoco. Restiamo come molti altri che non lo dicono in attesa delle decisioni e a tempo debito ne vedremo le conseguenze. Non abbiamo gli strumenti per giudicare l’operato di nessun altro salvo che si tratti di accoglienza e ristorazione ed in un momento dove sembra che rispettare le regole sia “da deboli” o “da sottomessi” scegliamo di farlo e dirlo con la testa alta”.