Attualità

Il rilancio della Sanità aretina in 4 mosse

Potenziamento degli ospedali territoriali, centralità del servizio pubblico, San Donato in grado di poter far fronte a tutte le emergenze, fruibilità

Stamani è ripresa ufficialmente  l'attività chirurgica al San Donato. Si potrebbe parlare di un ritorno alla normalità ma non è proprio così. Forse è un nuovo inizio. L'emergenza Covid ha insegnato e dall'esperienza fatta la sanità aretina riparte con idee chiare e progetti ben delineati. 

L'esperienza con il privato è stata positiva ma il servizio è pubblico e ad Arezzo la base è il San Donato che detta tempi e modi. Da qui parte la ristrutturazione dell'intera sanità aretina che deve assicurare assistenza e qualità ai cittadini.

I presidi territoriali e gli ospedali della provincia assumeranno un ruolo sempre più  importante per garantire velocità, concretezza e servizi adeguati.

Il San Donato, così come la sanità aretina, non si può più permettere un lockdown e pertanto si sta già strutturando per poter far fronte ad eventuali emergenze, garantendo gli stessi diritti a chi contrae il virus ma anche a chi è affetto da altre malattie. A tal proposito verranno eseguite alcune modifiche strutturali all'ospedale cittadino. Verranno aumentati i posti letto  di "Malattie Infettive" delle cosiddetta area Covid e quelli di "Terapia Intensiva" e "subintensiva".

Verrà ristrutturato il San Donato in chiave tecnica ma anche e soprattutto funzionale. Verrà data più coerenza ai percorsi, rendendo l'ospedale cittadino maggiormente fruibile e meno dispersivo.
Insomma, un lavoro certosino volto a rendere la sanità aretina sempre più dinamica, in grado di garantire servizi immediati e di qualità in qualsiasi situazione emergenziale e non. 
Il tutto a fronte di investimenti importanti, che vengono stimati in almeno 25 milioni di euro.

"Verrà aumentata l'offerta complessiva della sanità territoriale - afferma Antonio D'Urso, direttore generale Asl Toscana sud-est. Non è possibile che il San Donato abbia un numero di posti letto di cure intermedie inferiore a 0,2 su mille abitanti quando lo standard è di almeno 0,4. Dobbiamo aumentare anche le degenze per l'Hospice e portarle almeno a 12. E' importante investire bene e con criterio, in funzione alle necessità dei pazienti.  Questo significa sanità che risponde a bisogni concreti dei cittadini" - conclude il direttore generale Asl. 

In tema Hospice, poi, Antonio D'Urso ha sottolineato come l'azienda stia valutando la ristrutturazione di alcune aree adiacenti al San Donato per realizzare un plesso adeguato e accogliente che, sebbene materialmente fuori dal perimetro ospedaliero, sia a diretto contatto con lo stesso.