Politica

"Riorganizzare la sanità", Romizi non transige

Dalla grande Asl ai problemi dell'ospedale. Per l'esponente di "Arezzo 2020" occorre un programma in grado di rivedere la struttura territoriale

Francesco Romizi, capogruppo di "Arezzo 2020"

La sanità è l'argomento principale sul quale dibatte l'intero mondo politico cittadino. Da destra a sinistra il messaggio è chiaro: occorre una riorganizzazione della sanità aretina.

Sul tema interviene anche Francesco Romizi, capogruppo in Comune di "Arezzo 2020" che sottolinea come ci sia la necessità di programmazione.

"La difficoltà in cui versa la sanità aretina è ormai evidenti e sotto gli occhi di tutti. Durante i giorni della pandemia il servizio pubblico ha sostanzialmente tenuto grazie all’impegno e alle capacità degli operatori, ma ora c’è bisogno di intervenire seriamente per risolvere le tante criticità presenti. Per farlo, e farlo bene, non si può continuare a ragionare per spot e non si devono affrontare separatamente i vari aspetti del problema a seconda delle contingenze, come stanno superficialmente facendo in troppi - afferma Francesco Romizi.

Poi l'esponente politico entra nel merito delle situazioni e ritiene che non servano interventi isolati ma occorra una riorganizzazione congiunta e strutturale del servizio sanitario aretino e toscano, per ottenere soluzioni durature.
"Arezzo necessita di un programma complessivo che ridisegni la sanità territoriale attraverso l’integrazione socio sanitaria, le Case della Salute, l’assistenza domiciliare, l’ospedale di comunità e le altre strutture territoriali orientate soprattutto ai problemi delle cosiddette persone fragili, degli anziani e dei portatori di patologie croniche.
L’ospedale San Donato va riportato a livelli di funzionalità e di risposta adeguati, ma soprattutto va definito il suo ruolo nella rete ospedaliera provinciale e regionale e il suo rapporto con il territorio. Gli strumenti ci sono, anche previsti dalla legislazione regionale, coinvolgono Distretto, Asl e Comuni e favoriscono la partecipazione(ad esempio il Profilo di salute, il Piano integrato di salute, il Piano attuativo locale). Attiviamoli".

Poi Romizi parla della grande Asl e sottolinea come la sinistra toscana sia sempre stata contraria a questa soluzione in quanto la sua costituzione ha evidenziato difficoltà non tanto per la sua estensione geografica quanto nel suo impianto funzionale.
"Alla Regione chiediamo una revisione vera della organizzazione che preveda: la restituzione di un ruolo 'forte' ai Distretti socio sanitari, con capacità decisionale, risorse assegnate e rapporto con il proprio territorio e con le Amministrazioni Comunali; il ridimensionamento del distretto di Arezzo; la revisione delle 'catene decisionali' aziendali attualmente troppo lunghe e burocratizzate, impenetrabili a Enti Locali e operatori.
Inoltre, è necessario rilanciare la prevenzione primaria (ambientale, sociale, comportamentale) che si concretizza in iniziative di 'tutela della salute', funzione che spetta anche al Comune, che va molto al di là della discussione sui servizi sanitari, e che è stata completamente abbandonata.
Infine, sollecitiamo alla Regione Toscana un forte impegno per mantenere l’intero servizio regionale in ambito interamente pubblico, fatto non scontato in un periodo di forti appetiti per le risorse previste nel prossimo futuro" - conclude Francesco Romizi