Attualità

Scarpe e abbigliamento, 200 negozi a rischio

Allarme di Confcommercio sul settore moda nell'aretino. "Vendite crollate e niente ristori. Siamo tra i grandi dimenticati". Le richieste al Governo

"Non siamo fantasmi". Questo il grido lanciato e lo slogan scelto dal settore della moda di Confcommercio che sta vivendo un periodo di grande crisi e intende sensibilizzare le istituzioni. I commercianti di calzature e abbigliamento reclamano visibilità. "Di questo passo in provincia di Arezzo sono a rischio chiusura almeno 200 negozi degli oltre 800 esistenti”.

“La crisi si fa ogni giorno più grave, ma i decreti che si susseguono non fanno menzione di noi -  spiega il presidente di Federmoda-Confcommercio Arezzo Paolo Mantovani - siamo tra i grandi dimenticati di questo periodo: per noi niente ristori, ma le vendite sono crollate fino all’80% rispetto all’anno scorso. Di questo passo solo in provincia di Arezzo sono a rischio chiusura entro l’anno - ribadisce - almeno 200 negozi degli oltre 800 esistenti (tra abbigliamento, calzature, pelletteria, articoli sportivi, intimo, neonato), che nel complesso danno lavoro a quasi duemila persone”.

“Hanno interrotto le cerimonie, ma nulla è stato previsto per sostenere i negozianti specializzati nelle vendite di capi eleganti; hanno sospeso molte attività sportive, ma i negozi di abbigliamento sportivo per ora non hanno alcun diritto ad un “risarcimento”. 

Più in generale, il venir meno delle occasioni sociali di incontro come una cena fuori, poi la ripresa forte dello smart working e l’ipotesi di nuovi lockdown hanno praticamente paralizzato le vendite - prosegue Mantovani. - Anche la mancanza di turisti, soprattutto quelli dall’estero, ha giocato pesantemente a nostro sfavore. E le presenze dei connazionali, che pure d’estate si sono visti nell’aretino, non sono certo bastate a compensare le perdite”.

"Ecco perché sono urgenti misure di sostegno”, conclude il presidente provinciale di categoria.

Tra le richieste della confederazione al Governo: contributi a fondo perduto, liquidità dalle banche, credito d’imposta per gli affitti, condono tombale sui versamenti tributari e contributivi, detassazione e rottamazione dei magazzini, sospensione dei mutui e leasing bancari, prosecuzione della cassa integrazione fino a tutto il 2021.