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Scudetto Primavera: il rilancio tecnico amaranto

Straordinario successo della Primavera 3, stagione senza sconfitte, dominata a suon di gol, l'alba del nuovo Arezzo che rinasce e riparte

Brillano ancora gli occhi, la voce è ancora rauca, dopo lo straordinario successo ottenuto ieri a Bomporto dalla formazione Primavera dell'Arezzo. Titolo italiano, mani sul Trofeo Dante Berretti sfuggito nel 2015/2016 al Salaria Sport Village di Roma, arrivato al termine di un'annata che resterà storica per molti motivi, non solo per la vittoria esaltante di ieri. Tra l'altro, la vittoria dei ragazzi amaranto è arrivata esattamente nel 40° anniversario della conquista della Coppa Italia Semipro del 20 giugno 1981. Ed ancora, battendo il Cesena, la stessa squadra contro cui si sono infrante le speranze di salvezza della prima squadra. E, va detto, dopo aver demolito il Perugia in semifinale.

Gli amaranto sono arrivati alla Final Four come seconda squadra. Il Cesena battuto ieri aveva infatti la prima posizione teorica nella classifica delle squadre Primavera dei vari gironi. Lo ha dimostrato sul campo, meritando solo un pizzico meno dei ragazzi di mister Andrea Sussi, dando quindi ancor più valore all'impresa di ieri. I bianconeri hanno infatti fatto tutto quello che serviva per vincere e alzare la coppa al cielo, l'Arezzo ha avuto solo più fame e più cattiveria, ribattendo colpo su colpo e inseguendo per tutti i 90 minuti ed anche ai rigori, fino ad esplodere di gioia. Arrivarci di rincorsa è stata l'ultima prova della perfezione del progetto, perché l'Arezzo ha concluso la stagione imbattuto, non aveva mai dovuto rincorrere, non era mai stato sotto. Ieri si, per tutta la partita. Tre volte in svantaggio nei 90 minuti, ed anche nei penalty che avrebbero assegnato il trofeo. Ma la voglia di arrivare, la fame di vittoria, hanno fatto si che il successo arrivasse.

Uno spettacolare rilancio tecnico per una società che ha intrapreso l'avventura in sella al Cavallino Rampante la scorsa estate, spendendo tantissimo, anche per ripianare le macerie della gestione precedente. Il fallimento tecnico della prima squadra, retrocessa da ultima in classifica in Serie D, viene adesso cancellato (idealmente) dalla vittoria straordinaria della Primavera 3. E' ovvio che l'unico modo per lasciarsi dietro le spalle la retrocessione sarà ripartire per tornare subito nelle categorie che l'Arezzo merita, ma è anche vero che lo scudetto dei ragazzi di Sussi dimostra come la guida tecnica della società sappia come si fa calcio. E lo provano ancora di più i già citati risultati di tutta la stagione. Imbattuti, Campioni d'Italia a suon di gol. Che altro si può chiedere ad un settore giovanile e a chi lo guida?

Che questa vittoria sia quindi il viatico dell'Arezzo che verrà. Mancano pochi giorni al termine ultimo per le iscrizioni in Serie C e sono tante le voci che arrivano da tutta Italia di squadre in difficoltà economica o incerte sull'esito della domanda da presentare in Lega. C'è anche chi non lo farà proprio, come anche chi non tenterà il ripescaggio pur essendo teoricamente davanti al Cavallino Rampante nella classifica di merito che ne darà diritto. L'Arezzo è alla finestra, come dichiarato già nell'immediatezza della retrocessione, ma lo fa con una certezza in più: chi guida il lato tecnico della società ha fallito con la prima squadra nella scorsa stagione, ma sa come si fa calcio, come si vince, come si scelgono i giovani giusti. Forza Arezzo quindi! Siamo caduti, ma possiamo tornare in sella e cavalcare di nuovo, più forte di prima, perché alle spalle di questo incredibile successo c'è una società solida e impegnata. Non immune da errori, ma l'importante è riconoscerli e correggerli, perché solo chi non fa non falla.