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Rientro a scuola, autisti di bus sul piede di guerra

Controlli anti-Covid, traffico cittadino e poche certezze. Tra una settimana miglia di studenti tonano in classe e il trasporto pubblico va in tilt

Tra una settimana riaprono le scuole e gli autisti degli autobus lanciano l'allarme. Preoccupazione, indignazione e soprattutto mancanza di certezze agitano la categoria.

“A scuola si fanno i banchi con le ruote mentre sugli autobus si può viaggiare, per le tratte che durano un quarto d’ora, a pieno carico. E anche quando i mezzi sono riempiti all’80 per cento, questa la capienza consentita dalle regole in tempi di Covid, non è certo possibile rispettare il distanziamento.

E inoltre, chi controlla mascherine e il rispetto del metro interpersonale? Non può certo farlo l’autista”. 

Parole di fuoco ed un monito che il rappresentate di Uil TrasportiAlfonso Marzi,  la cui posizione è condivisa anche dai colleghi di Cisl e Cgil, lancia alle Istituzioni chiedendo di attivarsi quanto prima per far fronte a questa impellente necessità.  Anche perché ad Arezzo, essendo capoluogo di provincia ed avendo la concentrazione della maggior parte degli Istituti superiori, si spostano ed arrivano, anche dalle vallate, migliaia di studenti che utilizzano mezzi pubblici.

Oltre all’intasamento dei bus e ad una difficile gestione dei passeggeri ci sarà anche un fortissimo problema legato al traffico nel centro cittadino - sottolinea ancora Marzi che illustra quali "sarebbero" i loro compiti in caso di mancato rispetto, da parte dei passeggeri, delle norme anti contagio. “Come autisti se vediamo persone a bordo che, ad esempio, non indossano la mascherina, dobbiamo fermare la corsa. E istantaneamente si devono chiamare le forze dell’ordine. Altrimenti risultiamo responsabili di interruzione di pubblico servizio”.

Ed ecco quindi una stoccata finale al DPCM sui trasporti: “è inattuabile nella pratica”.

Claudia Martini