Attualità

"Scuole chiuse e centri commerciali aperti"

Fuori da alcune abitazioni di Arezzo si vedono striscioni inneggianti ad una pronta riapertura degli Istituti

Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta alla redazione inviata dal comitato Priorità alla Scuola Arezzo. Si tratta di un  gruppo di cittadini, genitori di studenti, personale del mondo scolastico e simpatizzanti che contestano il criterio che ha portato alla chiusura degli Istituti.

"Crediamo che la scuola sia un diritto e servizio essenziale da svolgere in sicurezza e in continuità.
Siamo consapevoli della necessità di misure per contenere l’epidemia e ridurre i contagi, ma crediamo anche che il diritto alla salute possa essere tutelato insieme a quello sull’istruzione.
Lasciare aperti i centri commerciali e chiudere le scuole, consumare senza sapere, è forse questo il senso tangibile della società in cui viviamo?".

Questa la domanda che pone il Comitato priorità alla Scuola Arezzo che ribadisce come gli Istituti scolastici siano un "luogo molto più sicuro e controllato di un centro commerciale dove sia possibile anche fare un lavoro di tracciamento senza uguali, che tramite le scuole si può condurre una campagna statistica molto utile sul modo di diffondersi della malattia".

Nelle scuole sono stati applicati i protocolli sanitari più stringenti e più verificabili.
"Le scuole aperte inducono comportamenti virtuosi, garantiscono un monitoraggio e infine il tracciamento di casi sospetti e contagi, che altrimenti sfuggirebbero a ogni controllo .

Con le scuole aperte si evitano situazioni di grave emarginazione e di disagio.
"La didattica a distanza - si legge ancora nella nota - ha dimostrato di mancare di quella componente essenziale che è la relazione con l’altro e tra pari, senza la quale il processo di costruzione della personalità dei bambini e degli adolescenti non si compie". 

Insomma una protesta civile che si è concretizzata anche con la presenza di striscioni appesi fuori da alcune abitazioni cittadine.