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Chiude il food, la rabbia di Confesercenti

Checcaglini e Landini si dicono molto sorpresi del passaggio da zona gialla ad arancione in appena 3 giorni e senza rilevanti variazioni sul contagio

Da domani la Toscana diventa zono arancione e pertanto soggetta a nuove e pesanti restrizioni.

I più penalizzati, anche questa volta, risultano i commercianti che operano nel settore del food.

Confesercenti esprime profonda preoccupazione sul nuovo scenario che si si sta configurando.

Il presidente Mario Landini e il direttore Mario Checcaglini ribadiscono che non è giusto imputare “a bar, ristoranti e attività del food la causa della diffusione dei contagi”.

I due esponenti dell'associazione sottolineano come l'emergenza sanitaria rappresenti un fatto reale e imprescindibile ma non condividono i rimedi e le restrizioni imposte dal governo per arginare il contagio.

"La chiusura di bar, ristoranti, e attività del food in genere come per esempio gelaterie pizzerie, rosticcerie, pub, pizze a taglio, non rappresenta la soluzione per frenare i contagi".

Checcaglini è preoccupato non solo per l'inevitabile calo dei volumi di affari dei singoli esercenti e ritiene sbagliato il concetto di indicare la categoria tra le responsabili principali della diffusione del virus.
"Lo troviamo ingiusto e scorretto. Quindi siamo sorpresi che il passaggio da zona gialla ad arancione arrivi solo dopo tre giorni dal primo provvedimento annunciato venerdì al quale già lunedì è seguita la variazione senza che si sia registrato un cambiamento repentino in termini di contagi”.

Per la Confesercenti il rischio è anche quello che tra gli operatori si diffonda “la sensazione, ormai dilagante, che certe scelte siano dettate da trattative tra regioni piuttosto che trovare fondatezza su logiche scientifiche. Continuiamo a non voler perdere la fiducia sulle istituzioni e vogliamo credere di poter uscire presto dalla crisi che è non solo sanitaria ma anche economica".

Infine Confesercenti rilancia l'appello a tutti i cittadini di rispettare le regole per evitare il contagio.
"C’è bisogno di tener lontano il virus con le armi che abbiamo, mascherine, distanziamento sociale, sanificazione per non far morire le nostre attività che già hanno perso, solo in Toscana, 500milioni di ricavi durante la prima fase. Adesso seguirà un periodo ancora più preoccupante e quindi servono decisioni chiare, per esempio, su tasse, contributi e affitti. Le imprese non possono sostenere solamente costi a fronte di mancati incassi” - concludono Landini e Checcaglini.