Attualità

Un comitato contro l'esternalizzazione dei servizi

Si è costituita l'Unione Donne per Arezzo per contrastare la decisione dell'amministrazione di affidare Sociale ed Educativi a una fondazione

E' nato nei giorni scorsi il Comitato Unione Donne per Arezzo con un obiettivo specifico: contrastare l’intenzione del Comune di Arezzo di trasferire i servizi educativi e i servizi sociali a una fondazione, forse a due fondazioni di partecipazione. 

"Ancora l’assessore Tanti non sa bene quale forma dovrà prendere questo ente privato che ostinatamente vuole creare. Ancora non le sono arrivati precisi suggerimenti su come sarà meglio procedere e quali interessi (privati) sarà meglio coltivare, all’interno di un progetto che esternalizza e privatizza due settori fondamentali del Comune - dice la nota dell'Unione - I servizi educativi (asili nido e scuole materne, con relative risorse e patrimonio) e i servizi sociali (su cui si concentrano milioni di euro: del Comune, della Regione, dello Stato, della Comunità europea). Sono molte le persone che hanno aderito al Comitato. Tutte conoscono bene i settori della scuola e del sociale che il Comune vorrebbe trasferire ai privati (chiunque essi siano). Hanno un’idea molto chiara delle conseguenze che ricadrebbero sulla collettività aretina, a causa del passaggio da una gestione pubblica ad una gestione privata. E hanno ben esaminato quanto sia dannoso il modello privatistico delle fondazioni: facili da creare e praticamente impossibili da sciogliere, con conseguenze economiche e patrimoniali imprevedibili quanto ingestibili. Ma soprattutto - contonua l'Unione - a cosa servono le fondazioni? Sono forse un utile intermediario che permetterà al Comune – senza sporcarsi troppo le mani – di abbassare quantità e qualità dei servizi pubblici più essenziali? di contenere la spesa? di ridimensionare le prestazioni? Forse all’assessore Tanti questo non interessa: è qui soltanto di passaggio e non è detto che la sua carica duri a lungo (viste le tegole che con impressionante frequenza cadono sull’amministrazione di cui fa parte). Ma alla collettività aretina interessa invece, senza dubbio, conoscere e sapere quale è il futuro dei servizi educativi e sociali, da ora a qualche anno".

Perciò il Comitato ha scritto alla Regione per aprire un percorso partecipativo (LR 46/2013) e sono allo studio anche altre possibilità.