Una nuova stagione di basket integrato ha preso il via sul parquet del palasport Estra “Mario d’Agata”. La Scuola Basket Arezzo ha rinnovato il proprio impegno nell’organizzazione e nello sviluppo del progetto di inclusione attraverso lo sport rivolto ai ragazzi con disabilità fisiche, intellettive e relazionali che, giocando a pallacanestro, hanno l’opportunità di vivere occasioni di incontro, socializzazione, autonomia e acquisizione di nuove abilità. Il basket integrato è giunto alla quattordicesima edizione e, sostenuto fin dal primo momento da Bm Centro Tecnico, rappresenta un modello all’insegna di continuità e solidità con pochi pari nel panorama nazionale per la promozione dell’attività sportiva congiunta tra atleti con e senza disabilità.
Il progetto è condotto dalla Sba con la collaudata collaborazione con Caritas Diocesana e con All Stars Arezzo Onlus, garantendo un approccio integrato che unisce competenze sportive, supporto educativo e inclusione sociale con l’obiettivo di tornare a costituire una vera e propria squadra capace di rappresentare la città in amichevoli e tornei del circuito Special Olympics. L’elemento distintivo del basket integrato è rappresentato dal coinvolgimento degli atleti del settore giovanile della Sba che vivono momenti di gioco e di confronto con i ragazzi con disabilità per favorire la realizzazione di un clima improntato alla reciproca conoscenza, allo sviluppo di empatia e al rafforzamento dello spirito di squadra.
Gli allenamenti sono nuovamente coordinati dai tecnici Paolo Bruschi e Federico Fracassi che, ormai da molte stagioni, sono specializzati nella conduzione di un percorso dove la preparazione atletica per il mantenimento e il miglioramento delle abilità fisiche di ogni cestista viene affiancata da un parallelo percorso tecnico volto ad acquisire i fondamenti della pallacanestro tra palleggi, passaggi e tiri.
"Il basket integrato è tra i fiori all’occhiello della nostra società perché testimonia concretamente come lo sport possa diventare veicolo di inclusione, autonomia, affermazione e incontro per tutti - spiega Fracassi. - Non si tratta solo di migliorare le capacità atletiche ma di offrire a ciascun cestista l’opportunità di sentirsi parte di una squadra, di scoprire le proprie potenzialità e di affrontare le sfide con sicurezza e determinazione. Il basket integrato crea un contesto in cui i ragazzi con disabilità imparano dagli altri atleti e, allo stesso tempo, offre un’esperienza fortemente educativa e formativa ai cestisti del nostro settore giovanile: l’imparare l’uno dall’altro e il condividere la gioia dello sport, infatti, ricordano in ogni allenamento quanto la pallacanestro possa essere strumento di crescita personale e collettiva".