Cronaca

Via le barriere architettoniche

Via Garibaldi, parte l'abbattimento delle barriere architettoniche. Il Comune di Arezzo mantiene le promesse sottoscritte un anno fa

“Dopo che il Consiglio Comunale, nel dicembre 2016, approvò il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, abbiamo cercato di mettere subito in campo la progettualità necessaria a dare attuazione a queste disposizioni. Il Peba individua sei ambiti territoriali urbani ma copre in una prima fase l’area del centro storico. E del centro storico fa parte la porzione di via Garibaldi che abbiamo individuato come antesignana di questi interventi”.

Così il vicesindaco Gianfrancesco Gamurrini commenta le opere che la Giunta ha approvato su sua proposta, divise in due lotti e che comporteranno una spesa di 100.000 euro. Primo lotto al via a marzo.

“Via Garibaldi non è stata scelta a caso – continua Gamurrini – è una strada che attraversa o è limitrofa a parti di città recentemente oggetto di interventi di recupero e di riqualificazione: via Guido Monaco, piazza del Popolo, l’immobile ex logge del grano, l’area un tempo destinata alle caserme. I tecnici comunali hanno così pensato di ridefinire gli spazi di transito pedonale di via Garibaldi secondo una logica di raccordo con quanto già eseguito negli anni in zone contermini”.

Il primo lotto di lavori prevede la demolizione dell’attuale marciapiede in asfalto e la sua sostituzione con un nuovo marciapiede e un dosso per l’attraversamento pedonale all’altezza della chiesa della Misericordia. Dalla chiesa stessa fino a via Guido Monaco, il restante marciapiede sarà restaurato e dotato di nuova pavimentazione. Con il secondo lotto, si procederà invece alla sistemazione dell’angolo di strada dove un tempo sorgeva un distributore di carburante e oggi vi è la scalinata che conduce alle poste centrali.

“Il marciapiede – conclude Gamurrini – è fondamentale per l’attuazione del Peba in quanto collega molti parcheggi riservati ai disabili, presenti sia in area ex Cadorna che in centro storico. È di fatto l’esigenza rappresentata come più utile dal gruppo di lavoro che ha partecipato alla stesura del piano”.