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Zona arancione, il grido di dolore delle imprese

A lanciare l'allarme il presidente dell'Associazione Partite Iva, l'aretino Massimo Gervasi: "ad un anno dall'inizio della pandemia nulla è cambiato"

La Toscana torna in zona arancione e l'Associazione partite Iva lanciare di nuovo l'allarme sugli effetti che questo ulteriore blocco genera sull'economia. "I conti correnti in rosso e notti in bianco" commenta l'aretino Massimo Gervasi, presidente della compagine regionale.

"È questa la sentenza ultima che irrimediabilmente decide la fine di migliaia di imprese e dei loro dipendenti: giù le saracinesche di ristoranti, bar, pasticcerie, pizzerie che, finora, avevano aperto al pubblico fino alle 18. Continueranno a rimanere chiuse palestre, piscine, teatri e cinema, la cui speranza di ripartire è sempre più vana. 

Molti gli esercenti aretini in serie difficoltà economiche, molte le attività già chiuse definitivamente per evitare sfratto e causa in Tribunale, molti gli imprenditori a cui è stato negato il finanziamento delle banche. Dopo quasi un anno dall'emergenza pandemica nulla è cambiato, soprattutto: nulla è stato fatto". 

E Garvasi ci va giù peso su quanto sta accadendo, come conseguenza di un'emergenza sanitaria di certo senza precedenti nel recente passato: "stiamo assistendo ad una discriminazione sociale che non ha precedenti, uniche vittime sacrificali: le piccole attività ed i loro dipendenti. Servono urgenti e vere riforme: fiscale, giustizia, elettorale, sanitaria. Continueremo a lottare contro questo sciacallaggio sociale".