Attualità

Da OroArezzo gioielli belli ma anche sostenibili

Al centro della manifestazione le nuove frontiere della produzione orafa. Tra economia circolare ed eccellenza made in Italy

La sostenibilità come percorso comune per l’industry orafa, la ricerca di una certificazione unica come obiettivo d’insieme. È quanto emerso nella seconda giornata di OroArezzo, in corso finalmente in presenza nei padiglioni di Arezzo Fiere e Congressi.

All’evento, dal titolo “La sostenibilità come lasciapassare per il futuro”, moderato da Stefano de Pascale, direttore generale Federorafi, hanno preso parte Silvia Bezzone, Bulgari Gioielli, Egidio Chini, F.lli Chini, Raul Sapora, auditor, esperto in CSR e gemmologo, Cristina Squarcialupi, Unoaerre Industries, vicepresidente Federorafi con delega alla sostenibilità e Damiano Zito, Progoldx, con la partecipazione di Luca Parrini , coordinatore consulta orafa aretina. A introdurre il convegno, Marco Carniello, global exhibition director jewellery & fashion IEG, mentre Simone Chierici, assessore alle attività produttive del Comune di Arezzo, ha portato il saluto del sindaco Alessandro Ghinelli, con un messaggio che sottolinea il “grande interesse e l’attualità” del tema, particolarmente caro alla nostra amministrazione. Parlare oggi di scenari futuri è anche un segno chiaro della lungimiranza di questo settore”.

“La manifattura orafa italiana si trova in una posizione di vantaggio per produrre gioielli sostenibili e per alimentare una consolidata economia circolare dei metalli preziosi - ha detto Cristina Squarcialupi. - A questi aspetti si aggiunge il talento degli italiani come artigiani e designer creativi di alta qualità, le cui eccellenze artistiche e artigianali sono riconosciute in tutto il mondo. Tutti questi fattori, insieme alle certificazioni a garanzia del mercato di riferimento, giocano insieme per creare gioielli allo stesso tempo belli e sostenibili”.