ExpArt celebra l'equinozio di primavera con una mostra di straordinario livello. Protagoniste le opere di Aurelio Bruni e Dina Cangi, due mondi apparentemente lontani ma entrambi sorprendenti.
Bruni è uno dei principali interpreti dell'iperrealismo italiano. La sua opera, dalla tecnica indiscutibile, è ricca di citazioni. Le luci, sapientemente dosate, conferiscono un'aura particolare, quasi cinematografica, ai quadri. La composizione mischia sapientemente classico e post-moderno. Elementi presi all'architettura come i cementi, i blocchi di calcestruzzo e il legno si fondono e si complementano con frutti, busti e altri oggetti classicheggianti, creando un alone di suspense, mistero e grazia infinita.
La Cangi si muove in totale contrapposizione, portando in dote opere astratte di squisito gusto. La luce e la materia sono nuovamente il fulcro intorno al quale si sviluppa la sperimentazione. Bitumi, colori a olio, oro, argento. Un ritmo sapientemente scandito da pennellate invisibili accompagnano e rapiscono lo spettatore, guidandolo al centro del dipinto. Fiabesche e ancestrali le cromie, che rimandano alla sapiente tradizione antica di creare arte dalla terra e dalla natura tutta, senza per questo rinunciare a una contemporaneità assoluta e indiscussa.
Gli uni e gli altri, figurativi e astratti, sono contrapposti, alternati, ma non per questo necessariamente distanti.