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L'Arezzo fermato dai pali e dal Ravenna

Finisce 1-1 lo scontro salvezza. Il portiere ospite regala la rete del pari agli amaranto e poi compie almeno tre "miracoli"

Una grande occasione sprecata. L'Arezzo si congeda dal Comunale con un modesto pari. La partita contro il Ravenna era da vincere e gli amaranto sono entrati in campo accusando troppa pressione. La prima mezz'ora è stata regalata agli avversari che, non avendo più nulla da perdere, hanno giocato alla "morte". Poi l'episodio del gol.

Ancora una leggerezza difensiva di Cherubin che si fa rubare la palla da Martignago e segna indisturbato la rete del vantaggio. L'Arezzo non ci sta e si riversa in avanti. E' il Cavallino che adesso deve giocare il tutto per tutto. Passano 8 minuti e Di Paolantonio indovina il tiro dalla distanza e pareggia grazie anche alla palese complicità del portiere ospite.

Nella ripresa l'Arezzo appare più determinato. Dal 50' fino al termine della gara è un assedio alla porta del Ravenna. Le occasioni si moltiplicano ed è un vero e proprio tiro al bersaglio verso la porta difesa da Tomei, che sfodera almeno tre interventi "salva-risultato". Ma non solo. Anche la sfortuna penalizza l'Arezzo che colpisce il palo interno con Altobelli e poi la traversa con Di Grazia.

Nel finale poteva succedere di tutto. Sala compie un paio di belle parate e Luciani salva l'Arezzo, immolandosi sulla linea di porta su un tiro a botta sicura da parte del fantasista del Ravenna.

Stellone decide per un cambio di modulo quando mancano 10 minuti alla fine. Fa uscire il discontinuo Di Paolantonio e lo stremato Cutolo ed inserisce Piu e Iacoponi. Il "golden boy" amaranto è imprendibile e crea il panico nella retroguardia del Ravenna, che resta in 10 per un fallo da ultimo uomo di Franchini proprio su Iacoponi lanciato a rete.

Il rammarico è quello di aver visto per poco tempo in campo la giovane ala amaranto. Forse Stellone, non impeccabile stasera, poteva osare prima e di più.

Male, anzi malissimo Cherubin. Da un giocatore come lui non è possibile vedere certi errori. Si è fatto "uccellare" dalla punta ravennate come un ragazzino alle prime armi. Tecnicamente è il più forte di tutti ma pecca di carattere e concentrazione.

Sbraga è stato il solito, bravo, puntuale, determinato e grintoso. Strepitoso nelle chiusure ha dimostrato di avere una buona visione di gioco innescando le punte con lanci millimetrici.

Un po' a corto di fiato Arini, condizionato anche dal giallo preso nei primi minuti della gara. 

Nel giorno in cui il "samurai" non si traveste da "gladiatore", un cenno di merito deve essere attribuito ad Altobelli. Si fa trovare in attacco ed in difesa ed è il punto di riferimento della squadra per le ripartenze.

Sotto tono "condor" Carletti. Si mangia una rete fatta sparando addosso al portiere in uscita e non riesce mai ad essere pericoloso.

La palma del migliore in campo, in casa amaranto, va a Di Grazia. Un funambolo, bravo a saltare l'uomo e a calciare a rete quando vede la porta.

Infine un monumento deve essere fatto a Luciani. Anonima la sua prestazione fino all'87' quando salva una rete già fatta e permette all'Arezzo di continuare a credere nella salvezza.

Insomma, l'Arezzo pareggia una partita che doveva essere vinta e il suo destino se lo giocherà in quel di Cesena domenica prossima.