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Vittime del SalvaBanche, appello prima dei decreti

L'associazione, prima dell’emanazione dei decreti cosiddetti salva-risparmiatori, fa un ultimo appello alle istituzioni politiche e bancarie del Paese

Le vittime chiedono che siano salvaguardati i princìpi su cui si basa ogni residua fiducia dei risparmiatori nel sistema bancario Italiano.

"Con un colpo di penna sono stati azzerati tutti i principi insieme ai crediti degli obbligazionisti e azionisti di quattro banche: Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e CariFerrara. Sfugge ad ogni logica la proposta, da noi sempre avversata – fanno sapere dall’Associazione - dell'arbitrato: strumento che riteniamo inadatto e potenzialmente dannoso per i risparmiatori, nella forma finora proposta. Se i criteri per accedere al fondo di solidarietà sono la truffa e la mancanza di informazione, quale vantaggio offre l'arbitrato rispetto ad una causa civile nei confronti delle vecchie e nuove Banche, che operano in evidente ed innegabile continuità aziendale?”

Le vittime del salva-banche auspicano “vivamente che il governo continui sì ad ispirarsi "al caso Bankia" ma è opportuno specificare che in Spagna tale procedura non è stata adottata per gli obbligazionisti subordinati, a cui sono stati attribuiti in cambio dei titoli che hanno permesso il recupero totale dell'investimento”.

“L'arbitrato, nel caso "Bankia", è stato adottato per gli azionisti privilegiati e la banca stessa ha appena annunciato un rimborso per tutti gli investitori, comprensivo di interessi. Noi non arriviamo a tanto, ci accontenteremo di riavere soltanto quanto realmente investito. Noi non vogliamo soldi pubblici, vogliamo soltanto essere trattati come gli investitori di banca Tercas o delle 11 bcc "salvate" nel mese scorso. Pretendiamo, insomma, di essere trattati al pari di tutti gli altri risparmiatori Italiani nella storia, prima o dopo di noi".

“Il sistema bancario può, se vuole, intervenire volontariamente per rimborsare le vittime del "Salva-Banche" con titoli infruttiferi a lungo termine nel pieno rispetto del loro investimento originario ed il governo può, se vuole, indirizzare il credito di imposta generato in seguito alla ipersvalutazione del credito, le plusvalenze sulla cessione delle New Bank e quelle sui NPL al sistema Bancario” – conclude l’Associazione