I criminali cibernetici, acquisite le immagini compromettenti della loro vittima, chiedevano il pagamento di somme di denaro, da versare su conti esteri, in particolare del continente africano, dietro la minaccia della diffusione delle immagini tramite i contatti dei vari social network.
Le perquisizioni da parte della polizia, eseguite a carico degli indagati hanno permesso il sequestro dei personal computer utilizzati per compiere le truffe e le carte su cui venivano fatti transitare i soldi provento del reato. Ancora da quantificare con esattezza le cifre transitate sui conti.