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Sagre, serve un alleanza con i ristoratori

Sul tema delle sagre i ristoratori di Confcommercio rilanciano e dopo l’appello al Comune ora propongono un’alleanza con gli organizzatori delle sagre

Il presidente dell’Associazione Pizzaioli Aretini Renato Pancini ritiene che non ci deve più essere duello tra ristoranti e sagre vere, ma ci sono feste che non hanno davvero senso. Il presidente Pancini, nei giorni scorsi si è fatto portavoce del disagio dei colleghi, costretti ad una stasi lavorativa nei mesi estivi per i troppi eventi che propongono la cosiddetta “somministrazione parallela”.

“Lo abbiamo sempre sostenuto: le sagre “vere” come quella della bistecca a Cortona, quella dell’ocio di Ruscello o della polenta a Monterchi e del tortello alla piastra a Corezzo, sono un presidio importante della cultura locale e della tradizione enogastronomica, quindi alleate potenziali dei ristoranti perché portano gente e aiutano a promuovere il territorio” – dice Pancini - “le sagre ‘finte’ sono nocive per loro così come per i nostri locali, perché confondono i clienti, portano via fette importanti di mercato e, soprattutto, snaturano l’alto senso sociale e culturale delle sagre”.

A questo punto, secondo Confcommercio potrebbe nascere l’unione tra ristoratori e sagre “vere” gli organizzatori potrebbero aiutare a stilare un regolamento da proporre ai Comuni per fare in modo che il calendario delle sagre contempli solo quelle realmente frutto della tradizione territoriale.

Menù vincolato al prodotto che denomina la sagra, uso esclusivo di prodotti a chilometro zero o comunque prodotti in Toscane, durata concentrata in pochi giorni sono già una buona base da cui partire. Ma siamo certi che chi organizza sagre da tanto tempo conosce anche altri importanti aspetti per valorizzare gli eventi genuini” – dice Pancini.

“Chi, attraverso le sagre, si fa promotore della valorizzazione e tutela dei nostri prodotti e delle tradizioni culinarie non può che meritare il nostro elogio, ma non dimentichiamo che ci sono anche tanti ristoranti che delle ricette di una volta hanno fatto il loro fiore all’occhiello”.