L'obiettivo di queste perquisizioni è quello di acquisire documenti e materiale utili a ricostruire i collegamenti tra le società e la banca.
Si tratta di società che avrebbero ricevuto finanziamenti da parte di Banca Etruria e che sarebbero riconducibili all'ex presidente dell'istituto di credito aretino, Lorenzo Rosi e all'ex consigliere Luciano Nataloni.
I due sono entrambi indagati per omessa comunicazione del conflitto di interessi. In sostanza, secondo l'accusa, avrebbero finanziato aziende loro riconducibili, violando le norme che regolano i conflitti d’interesse nell'erogazione del credito.
Secondo gli investigatori la banca avrebbe concesso a queste società fidi per almeno 15 milioni di euro, e che non sarebbero poi restituiti contribuendo al fallimento dell'istituto.