Cronaca

Bambini di cinque anni nella rete dei mostri

Cinque arresti al termine di un'inchiesta sulla pedopornografia iniziata a Livorno. Coinvolti 4 toscani residenti ad Arezzo, Massa Carrara e Certaldo

Diecimila video scaricati dal web con rapporti sessuali fra adulti e bambini anche piccolissimi, cinque arresti fra Arezzo, Roma, Ferrara, Brescia e Venezia, trenta denunciati, 44 perquisizioni, 170 persone indagate. Sono questi i numeri sconvolgenti dell'inchiesta coordinata dalla Procura di Firenze e condotta su scala internazionale partendo dalla denuncia di un livornese che, nel 2015, scaricando video musicali si ritrovò sul computer anche un  film pedopornografico. 

Coinvolti in Toscana quattro individui, di cui uno è agli arresti domiciliari: si tratta di un disoccupato di 41 anni sorpreso dalla polizia nella sua abitazione dove aveva attrezzato una stanza per svolgere l'attività criminale via internet;  solo indagati invece un libero professionista  di Arezzo, un operaio di Certaldo e un bagnino di Massa Carrara. Ma fra coloro che hanno scaricato i video incriminati ci sono anche persone residenti in altri paesi europei, negli Stati Uniti e in America Latina.

I pedofili individuati appartengono a tutte le classi sociali e hanno un'età compresa fra i 30 e i 50 anni. Quattro gli ultrasessantacinquenni.

Nel corso delle indagini sono state effettuate decine di perquisizioni in Toscana, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia.

Per entrare nel giro ed  incastrare i pedofili alcuni agenti hanno finto di essere pedopornografi e per sei mesi hanno tracciato e indagato coloro che, utilizzando password particolari, accedevano ai siti più nascosti per scaricare le orrende immagini che alimentavano le loro ossessioni sessuali.