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"Caro Michelangelo, mio caro Vasari"

In mostra per la prima volta in palazzo Medici Riccardi a Firenze le lettere autografe che costituiscono lo scambio epistolare tra i due artisti

Un fitto carteggio che copre gli anni dal 1550 al 1557. E' questo il nucleo centrale della mostra 'Michelangelo e Vasari, preziose lettere all'amico caro', ospitata dalle sale di palazzo Medici Riccardi a Firenze dal 12 maggio al 24 luglio.

Le lettere provengono dall'archivio del museo di Arezzo dedicato al celebre architetto e autore delle 'Vite'. Si tratta di uno scambio espistolare restaurato e digitalizzato sotto la direzione della Soprintendenza arichivistica e bibliografica della Toscana. Curatori dell'esposizione sono Elena Capretti e Sergio Risaliti. Le diverse sezioni raccontano l'eredità di Vasari, i suoi rapporti con i committenti, la genesi delle sue famose biografie di pittori e scultori e, infine, l'aspetto più sconosciuto del legame di amicizia con Michelangelo.

Nelle carte, l'anziano Buonarroti parla della nascita del nipote, affronta il trauma della morte dell'assistente Urbino, si vergogna degli errori commessi nel cantiere di San Pietro e si rammarica di non poter tornare a Firenze, come vorrebbero l'amico Vasari e lo stesso Cosimo I. Le lettere contengono anche tre sonetti che sono considerati il testamento spirituale dell'artista. 

A ritrovare il carteggio fu lo storico dell'arte, Giovanni Poggi, allora direttore del museo del Bargello, nel 1908 nell'archivio Spinelli di Arezzo.